Il rito profano dell’applausometro che contraddistingue il giorno della Carrozza del Senato quest’anno ha una sola protagonista: il prefetto Maria Guia Federico che fra pochi giorni lascerà Catania per raggiungere la nuova destinazione, Campobasso.
Gli applausi – gli unici riservati alle autorità – sono per lei. E nemmeno gli occhiali scuri riescono a nascondere la commozione della donna. Quando il corteo in discesa dalla chiesa di San Biagio passa davanti Palazzo Minoriti, sede della Prefettura di Catania, dai balconi dell’ufficio territoriale del governo il battimani è coinvolgente. Il volto della Federico fa una smorfia: lei si passa una mano dietro le lenti scure e poi alza il pollice in segno di affetto, come dire: ‘ci sono’.
L’applausometro non scatta, invece, per la politica. Nessuna ovazione per il sindaco Enzo Bianco, nemmeno quando in piazza Stesicoro – location regina di questo rito che testa in modo decisamente poco scientifico l’appeal della politica sulla città – va a salutare un gruppo di disabili. Non era mai accaduto.
Certo, c’è qualche battimani ‘personale’ in particolare a piazza Università, ma fra la folla c’è chi mugugna: “avannu nenti applausi…”(quest’anno niente applausi).
Non mancano tuttavia le foto, o i selfie, del resto tutta la festa di Sant’Agata è un capolavoro di colori che merita di finire nei ricordi di ogni visitatore. Ma a proposito di rimembranze, in tanti ricorderanno quando l’applausometro del 3 febbraio era considerato un vero e proprio sondaggio che faceva capire dove stava andando a parare la politica cittadina.
Chi fa il pieno d’applausi, invece, è il corpo dei vigili del fuoco salutati dai catanesi per l’intero incidere del corteo fino all’arrivo in cattedrale. Non è una novità: è solo il saluto di gente normale alle azioni straordinarie di uomini normali.