Ci sono le foto del matrimonio nel profilo social di Filippo Asero, l’uomo accusato di aver ucciso la moglie, Ada Rotini, 46 anni, originaria di Noto, nel giorno in cui si sarebbe dovuto formalizzare il loro divorzio.
In primo piano si scorge l’immagine delle loro mani con la fede al dito, poi un’altra in cui si vedono entrambi su cui troneggia la frase “Ti amo”. Non sono chiare ancora le ragioni che avrebbero spinto l’uomo ad accoltellare per strada, a Bronte, la 46enne, che si guadagnava da vivere come badante, probabilmente l’averla persa per sempre, una volta firmato il divorzio, gli avrebbe scatenato dei turbamenti.
Una circostanza che si ripete ormai da anni, con mariti capaci di vestire i panni di assassini ed in Sicilia di casi come quelli accaduti a Bronte ce ne sono tanti. Prima di Ada, a perdere la vita è stata Vannese Zappalà, la 26enne uccisa nel lungomare di Acitrezza con sette colpi di pistola alla testa dal suo ex fidanzato, Antonino ‘Tony’ Sciuto, che poi si è suicidato impiccandosi.
E’ sotto shock Noto la città di Ada Rotini, la donna di 46 anni, uccisa in via Boscia, una strada del centro abitato di Bronte, nel Catanese, dal marito con cui stava per separarsi. “Povera Ada nessuno merita di morire perché non vuol restare con una persona. Ogni giorno giovani vite stroncate per mano di chi dichiarava di amarle”. “Ma cosa sta succedendo è una carneficina” Basta”. “Mi dispiace tanto una donna affettuosa e con tanta vita davanti riposa in pace dolce angelo”.
Un caso analogo a quello di Bronte si è verificato a Sassari, in Sardegna. È ricoverata in pericolo di vita, in rianimazione all’ospedale Santissima Annunziata di Sassari, Piera Muresu, 48enne di Sennori, nel Sassarese, dopo il tentativo di femminicidio che le ha procurato gravi ferite al collo e al torace. Il compagno Adriano Piroddu, 42 anni, che le aveva sparato, è stato trovato poco dopo impiccato nel garage dello zio.