Ventiseimila chilometri attraverso tutti gli stati dell’Europa dell’est, del Medio Oriente, alcune repubbliche dell’ex Unione Sovietica fino all’arrivo in Mongolia. E’ la straordinaria avventura su due ruote del rider siciliano Federico Marretta che, in solitaria, a bordo della sua KTM 1290 ha lasciato l’Italia per raggiungere il Paese asiatico, un viaggio lunghissimo divenuto un film, ‘Long way east’ che è già un cult tra gli appassionati di motociclismo.

La proiezione al Nu Doganae

Il centauro originario di Sciacca, con un passato da campione nella Superlega di pallavolo con le maglie di Piacenza, Milano e Verona ed un presente da motovlogger, mercoledì 15 maggio si racconterà in un incontro speciale con i riders catanesi (e non solo) in programma alle 20 presso il Nu Doganae (già Vecchia Dogana) di Catania. Oltre a spezzoni del film – che è in programmazione su Amazon Prime – e testimonianze dirette del tour durato oltre 100 giorni,  nel corso della serata saranno proiettate delle clip inedite e sarà possibile toccare con mano la ‘Kappona’ in sella alla quale Marretta ha compiuto l’impresa. “Avventure, avversità, paesaggi mozzafiato ed incontri con culture diverse – anticipa il motociclista – questo è stato il mio viaggio. La fiducia nei confronti del prossimo è l’unico conforto e salvezza quando sei da solo dall’altra parte del mondo”. L’ingresso è libero.

“Io capitano” miglior film

“Io capitano” di Matteo Garrone vince il David di Donatello per il miglior film e per la migliore regia. Sempre a “Io capitano” sono andati anche i David per il miglior montaggio a Marco Spoletino, per la fotografia a Paolo Carnera, per la produzione ad Archimede, Rai Cinema, Pathe e Tarantula, per gli effetti visivi a Laurent Creusot e Massimo Cipollina, e per il miglior suono a Maricetta Lombardo, Daniela Bassani, Mirko Perri e Gianni Pallotto. Garrone, ricevendo il premio per la migliore regia, ha voluto ringraziare tutti gli attori che hanno «fatto davvero il viaggio», e lasciare la parola a Mamadou, che lo ha ispirato, e ai due giovani attori protagonisti da cui sono partiti le dediche alle ONG che salvano, a tutti coloro che sono morti nel deserto e in mare nel tentativo di raggiungere il sogno e l’appello “Basta morti in Palestina”.