A Catania esistono diversi monumenti e aree archeologiche che meriterebbero di essere valorizzati. Tra questi, c’è l’ex Convento del Carmine che custodisce all’interno un tesoro di età imperiale.
L’edificio fu tra i primi conventi carmelitani in Sicilia, ma attualmente è in uno stato di trascuratezza e degrado. Sono tanti gli indizi che suggeriscono la necessità di un recupero per questo luogo storico della città etnea, ma ancora non è stato attuato alcun intervento.
Un ex colonnello e docente dell’Accademia di Belle Arti, Corrado Rubino, sta conducendo una “battaglia” ventennale per valorizzare l’edificio. L’idea è quella di recuperare l’ex Convento per poterlo riutilizzare, adibendolo per esempio come nuova sede per gli studenti dell’Accademia, che attualmente frequentano le lezioni in tre locali differenti.
Un’operazione simile è già attuata nel passato da Giancarlo De Carlo, l’architetto che si occupò del recupero del Monastero dei Benedettini. Ma, a differenza del plesso monastico di piazza Dante, ci sono diversi fattori che ostacolano l’operazione.
“Il tema dell’ex convento del Carmine è molto complesso – ci spiega il prof. Rubino – è un buco nero per la città di Catania. Un buco nero che ha come contorno un’altra faccenda complicata che è il mercato storico della ‘fiera’. Ma non basta. L’ex convento è ancora caserma. È la sede del Centro Documentale dell’Esercito (ex Distretto Militare). Siamo nel 2016 e Catania ha ancora una caserma nel pieno centro della città”.
E non tutti sanno che all’interno dell’ex Convento c’è un vero e proprio tesoro, che meriterebbe di essere mostrato e conosciuto. Come ci racconta il prof. Rubino, si tratta di un edificio funerario di età imperiale, tra i più grandi e completi d’Italia per questa tipologia. Ben 100 metri quadrati di pura storia, che dovrebbe interessare turisti e catanesi, dato che il monumento ha dei riferimenti alle tradizioni seicentesche di Sant’Agata e a San Leone II Taumaturgo.
Gli studenti dell’Accademia di Belle Arti hanno riportato alla luce una facciata del monumento funerario che, anche dopo i lavori, rischia di essere dimenticato.
”La cosa drammatica – continua il prof. Rubino – è che la tomba è divisa a metà fra la proprietà Demaniale e la proprietà dell’Ordine carmelitano. Mentre il lato statale è stato riconosciuto come monumento, il lato dei Carmelitani no e tutt’oggi la camera funeraria viene usata come deposito della merce dei venditori della fiera”.
Per tanti anni, forse troppi, l’ex Convento è stato sempre nascosto tra tendoni e bancarelle della storica fiera di Catania.
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