Non voleva proprio saperne di restare ai domiciliari, per una lunga serie di reati contro il patrimonio, nella struttura designata ad accoglierlo, il 36enne pregiudicato di Pedara che è stato arrestato dai carabinieri della locale stazione in esecuzione di un provvedimento di sospensione di misura alternativa al carcere, emesso dal magistrato dell’ufficio di sorveglianza di Catania.
L’uomo, infatti, era diventato un habitué dell’evasione ma, purtroppo per lui, i carabinieri di Pedara erano sempre riusciti a “sorprenderlo” nell’immediatezza della violazione, riassumendo all’autorità giudiziaria gli esiti di tutte le attività di controllo svolte.
In particolare il 36enne, nel breve volgere di soli 17 giorni, aveva “deciso” di abbandonare la sua struttura detentiva per ben 3 volte. Tuttavia in tutte queste occasioni, con altrettanti tempestivi interventi, l’uomo era stato rintracciato e arrestato in flagranza da parte dei carabinieri pedaresi.
Nel primo caso l’evaso, dopo aver divelto la recinzione della struttura dove era ristretto, dandosi “uccel di bosco”, era stato localizzato e bloccato presso la stazione ferroviaria di Catania, in piazza Papa Giovanni XXIII. Ciò nonostante, il suo desiderio di “libertà” non si era placato, tanto che qualche giorno dopo, strattonata una dipendente e sfruttando il cancello in quel momento aperto, era corso via a gambe levate, venendo comunque fermato dai Carabinieri mentre si trovava ancora nelle vicinanze.
L’ultimo suo exploit qualche giorno addietro quando sempre i militari della stazione di Pedara, ricevuta la segnalazione di evasione dalla centrale operativa della compagnia di Acireale, avvertita dal responsabile della struttura alloggiativa, erano nuovamente riusciti a rintracciare l’uomo in Corso Ara di Giove.
Per tutti questi motivi, il 36enne è stato ora associato al carcere catanese di Piazza Lanza.
A fine maggio su delega della procura distrettuale della repubblica, i carabinieri della stazione di Riposto hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal gip del tribunale di Catania, nei confronti di Alfio Valvo, 38 anni, ritenuto responsabile di evasione e rapina a mano armata. L’uomo, lo scorso febbraio, si sarebbe reso responsabile di una rapina ai danni di un ragazzo affetto da invalidità.
Lo scorso 29 febbraio un ventisettenne invalido, passeggiando tra i vicoli nella zona di via Fuille, sarebbe stato avvicinato e minacciato con un coltello da un uomo, a volto scoperto, che prima gli avrebbe intimato di consegnargli 50 euro e poi, capendo che lo stesso non aveva denaro con se, gli avrebbe strappato dal portafogli la carta d’identità al fine di estorcergli dei soldi in cambio del documento.
Il giovane si è rivolto ai carabinieri della stazione di Riposto i quali, hanno subito iniziato le indagini. La vittima avrebbe indicato sia l’altezza che le caratteristiche somatiche dell’assalitore ma, in particolare, un tatuaggio che aveva sul lato sinistro del collo raffigurante una croce. Gli investigatori hanno pertanto deciso di esaminare tutti i sistemi di video sorveglianza della zona, tra cui quelli di un esercizio commerciale di Piazza Commercio.
Proprio quest’ultimo video sarebbe risultato fondamentale per la conclusione delle indagini, in quanto, avrebbe ritratto Alfio Valvo, che in realtà avrebbe dovuto essere a casa poiché sottoposto agli arresti domiciliari per un furto, mentre, scherzando, esibiva una carta di identità ad altri pregiudicati del luogo e, in particolare, avrebbe fatto notare, agli investigatori, il tatuaggio sul lato sinistro del collo, perfettamente corrispondente a quello descritto dalla vittima. Le risultanze investigative, così fornite all’Autorità Giudiziaria dai carabinieri di Riposto hanno consentito alla Procura della Repubblica di Catania di chiedere e ottenere dal gip del tribunale etneo l’emissione del provvedimento cautelare della custodia in carcere a carico dell’uomo che è stato pertanto arrestato e condotto presso la casa circondariale di Catania – Piazza Lanza.