In data 27 dicembre 2017, su delega della Procura Distrettuale della Repubblica di Catania, la Polizia di Stato ha dato esecuzione ad ordinanza applicativa della misura cautelare della custodia in carcere, emessa in data 20.12.2017 dal G.I.P. del Tribunale di Catania, nei confronti di: Salvatore Massimiliano Salvo, 36 anni, inteso “Massimo ‘u carruzzeri”, pregiudicato, già detenuto in regime di cui all’art.41 bis O.P., ritenuto responsabile, in concorso e riunione con Francesco Salvo, 28 anni Kristian Zappalà, 21 anni, di estorsione continuata ed aggravata dall’art.7 D.L. 152/91, per avere commesso il fatto avvalendosi delle condizioni di assoggettamento e di omertà derivanti dall’appartenenza all’associazione mafiosa Cappello – Bonaccorsi ed al fine di agevolare gli interessi criminali dell’associazione stessa.
La misura cautelare compendia gli esiti di indagini, coordinate dalla Procura Distrettuale Antimafia di Catania e condotte dalla locale Squadra Mobile, dalle quali emergeva che il titolare di due noti locali notturni catanesi era costretto a pagare, dall’ottobre 2016, una somma pari a 1.000 euro al mese ad esponenti della cosca Cappello – Bonaccorsi a titolo di protezione.
Le indagini di natura tecnica facevano emergere che la notte tra il 16 e 17 dicembre scorsi, il titolare delle due discoteche avrebbe dovuto versare ad un esattore, non identificato, la somma di 1.000 euro. Il soggetto incaricato di riscuotere il cosiddetto “pizzo” sarebbe stato un emissario di Francesco Salvo, fratello del noto Salvatore Massimiliano Salvo, al vertice dell’organizzazione mafiosa Cappello – Bonaccorsi.
In particolare, emergeva che il citato Salvatore Massimiliano Salvo ed il fratello Francesco – che aveva lavorato quale addetto alla sicurezza presso le discoteche oggetto del racket – con minacce, anche implicite, di ritorsioni contro l’incolumità personale e ponendo in essere reiterati disordini in occasione delle serate organizzate presso le citate discoteche, costringevano il gestore di entrambi i locali notturni a versare la somma mensile pari ad euro 1.000 in cambio di “protezione” da parte del clan Cappello – Bonaccorsi.
Detta somma in un primo momento veniva riscossa da SALVO Salvatore Massimiliano e successivamente al suo arresto – avvenuto nel mese di gennaio 2017 nell’ambito dell’operazione “Penelope” – dal fratello SALVO Francesco.
Sulla scorta di quanto emerso venivano predisposti mirati servizi con diverso personale della Mobile dislocato in entrambi i locali.
In effetti, dai servizi di intercettazione ambientale e video-riprese di una delle discoteche, nella notte tra il 16 ed il 17 dicembre scorsi, emergeva che all’interno dell’ufficio del titolare aveva fatto ingresso un individuo.
Dal breve scambio di battute, sebbene disturbato dai rumori della discoteca, ma soprattutto grazie alla visione delle immagini, si evinceva con chiarezza che la vittima aveva versato una somma di danaro.
Gli uomini della Squadra Mobile decidevano di intervenire fermando l’esattore – identificato per ZAPPALA’ Kristian – nell’atto in cui si accingeva ad uscire dalla discoteca. La perquisizione eseguita dagli agenti consentiva di rinvenire indosso al predetto ZAPPALA’ la somma di 1.000 in banconote di vario taglio.
Sulla scorta di quanto emerso dai servizi tecnici, ed a seguito di quanto riferito immediatamente dopo dalla stessa vittima, convocata presso gli Uffici della Mobile, ZAPPALA’ Kristian, pregiudicato, veniva tratto in arresto per estorsione aggravata dall’art.7 D.L. 152/91.
Questo ufficio emetteva, altresì, decreto di fermo di indiziato di delitto nei confronti di SALVO Francesco, in quanto gravemente indiziato di aver concorso nella condotta estorsiva contestata allo ZAPPALA’, provvedimento che veniva eseguito dal personale della Squadra Mobile.
Il G.I.P. del Tribunale di Catania, su richiesta di questa Procura Distrettuale Antimafia, convalidava l’arresto in flagranza ed il fermo di indiziato di delitto ed accoglieva, altresì, la richiesta di adozione di provvedimento restrittivo avanzata dal P.M. oltre che nei confronti dei predetti anche a carico di SALVO Salvatore Massimiliano, ritenendo sussistenti gravi indizi di colpevolezza in ordine al reato di estorsione aggravata a carico di tutti e tre gli indagati, ampiamente ricavati dal complesso delle investigazioni.
In esito all’udienza celebratasi lo scorso 4.01.2018 il Tribunale del Riesame di Catania, con ordinanze depositate in data 8.01.2018, ha confermato la misura cautelare emessa dal G.I.P. nei confronti di Zappalà Kristian e Salvo Francesco, riservando il deposito della motivazione. La posizione di SALVO Salvatore Massimiliano sarà, invece, vagliata dal Tribunale all’udienza del 16 gennaio.