In una nota l’Ersu di Catania esprime soddisfazione per la conclusione delle indagini delle Fiamme Gialle che hanno consentito di individuare “l’illecita fruizione di borse di studio e servizi da parte degli studenti che avevano presentato dichiarazioni irregolari e mendaci”.
Nel comunicato si spiega inoltre che l’Ente Regionale per il Diritto allo Studio Universitario di Catania “aveva già da diversi anni dichiarato guerra agli studenti che con vari sotterfugi ottenevano fondi sottraendoli così a chi ne aveva diritto”.
In quest’ottica il CdA ha sempre promosso campagne informative con convegni e comunicati stampa, diffidando gli studenti a presentare dichiarazioni mendaci paventando le gravi conseguenze amministrative e penali. Inoltre il CdA ha approvato un protocollo d’intesa con il Comando Generale della Guardia di Finanza proprio per garantire al massimo la legalità e trasparenza in questo settore.
L’Ersu fa sapere di avere intrapreso azioni di recupero per le borse non dovute, che hanno consentito una riscossione di 350.000 euro per il periodo dal 2011 al 2014.
“L’Amministrazione – si legge ancora – ha già provveduto ad informatizzare il sistema della presentazione delle domande ed inoltre, dall’anno accademico 2015/2016, anche l’ISEE/ISPE viene acquisita direttamente dall’Ente attraverso il data base dell’INPS, secondo le ultime disposizioni di legge e non più autocertificato dagli studenti richiedenti borse di studio”.
“E’ assai doloroso – conclude la nota – costatare che i comportamenti di alcuni studenti oggi indagati, non siano sempre ispirati a valori etici di onestà e correttezza”.
L’Ersu si riserva di intraprendere azioni a tutela della propria immagine e degli interessi legittimi dell’Ente. Il CdA valuterà la costituzione di parte civile.