Non si fermano le indagini sui disordini causati dalla frangia violente del tifo organizzato rossazzurro durante l’intervallo della finale di Coppa Italia di serie C tra Padova e Catania che si svolse allo stadio Euganeo dello scorso 19 marzo.
Gli agenti della Digos della questura di Catania hanno, infatti, identificato altri quattro ultrà etnei che hanno partecipato agli scontri. Intemperanze che, fecero ritardare l’inizio del secondo tempo dell’andata per via di alcuni scontri con le forze dell’ordine. Vi furono alcuni feriti ed alcuni ultrà facinorosi arrestati e con provvedimento di Daspo.
Intemperanze che, tra l’altro, spinsero il giudice sportivo a far giocare la finale di Coppa al Massimino senza pubblico (salvo la presenza autorizzata di 1.500 ragazzini under 14 e giovanili) e la disputa per disposizione del prefetto, della sfida di campionato a porte chiuse col Giugliano del 26 marzo dopo la decisione del Casms (Comitato di analisi per la sicurezza delle manifestazioni sportive)
Individuati tramite i filmati
In particolare gli agenti, dalla attenta visione di tutti i filmati estrapolati dal personale della polizia scientifica, dai riscontri effettuati con le immagini dei tornelli d’ingresso dell’impianto padovano e dalla diretta conoscenza di alcune persone, hanno individuato, identificato e segnalato altri quattro uomini responsabili dei reati di violenza e resistenza aggravata a pubblico ufficiale, di scavalcamento ed invasione di campo in occasione di manifestazioni sportive.
Quattro persone rintracciate, una già sottoposta a Daspo
Nello specifico si tratta di quattro persone di 26, 31, 36 e 48 anni, di cui uno con precedenti per reati connessi alle manifestazioni sportive e già sottoposto a Daspo, mentre, altri due con precedenti per reati comuni.
In particolare, nonostante le Forze di Polizia abbiano tentato di ripristinare le condizioni di sicurezza, i facinorosi identificati hanno continuato nella loro azione di intemperanza contribuendo fattivamente nel creare disordine sfidando e opponendosi ai tutori dell’ordine con atti di violenza utilizzando la propria fisicità e un soggetto era munito di una tavola di legno e di una cintura borchiata. La presenza sul terreno degli scontri degli identificati, indifferenti di fronte all’intervento delle Forze dell’Ordine, metteva a rischio l’incolumità degli astanti e dei citati operatori di Polizia.
Le indagini continuano
Proseguono gli approfondimenti e gli accertamenti congiunti da parte delle Digos di Catania e Padova per la contestualizzazione delle singole condotte anche ai fini dell’adozione dei provvedimenti di Daspo.
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