Una lunga serie di incogruenze, come se esistesse una volontà ben precisa per deponteziare e poi smantellare l’ospedale di Paternò. L’accusa è lanciata dal Comitato “…per l’ospedale di Paternò” che, nei saloni della chiesa dello Spirito Santo, ha illustrato il contenuto dell’esposto presentato alla Procura della Repubblica.
Protagonista di questa vicenda un ospedale che, soltanto nel 2007, era stato indicato come Capofila del Distretto sanitario del territorio e che, invece, adesso sembra avviato verso un inesorabile declino.
“Questa è una storia che parte da lontano – Spiega l’avvocato Goffredo D’Antona – con i lavori di messa in sicurezza che, nel 2008, vennero bloccati e mai più ripresi ma con la parcella regolarmente pagata ai progettisti: e, per inciso, il progetto era sbagliato. Nell’ambito di tutte le chiusure dei Punti nascita recenti, va detto che Paternò avrebbe dovuto essere capofila del territorio per bacino d’utenza e perchè più facilmente raggiungibile dai Comuni del territorio: nei fatti, stranamente, ha chiuso solo Paternò”.
“Una chiusura – continua D’Antona – che avviene addirittura ancor prima degli indirizzi dettati dalla politica. Dei lavori di riqualificazione, intanto, promessi un anno fa non vi è nemmeno l’ombra. Detto questo, c’è un dato che è assolutamente inquietante e che costituisce l’essenza della denuncia: ci sono dati ufficiali che sono stati taroccati. Quelli legati al Pronto soccorso e trasferiti al Ministero sono al ribasso: mancano migliaia di prestazioni. E parliamo solo del 2013″.
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