L”Annus horribilis” di Nino Pulvirenti. Da quasi un anno il patron del Catania calcio e di Wind Jet è nella bufera.
Prima l’avvio dell’inchiesta sulla bancarotta di Wind Jet, poi l’arresto nell’indagine “Treni del gol” sulla compravendita di partite di calcio nel campionato di Serie B per evitare la retrocessione del Catania, oggi nuovamente un’ordinanza di custodia cautelare per la bancarotta fraudolenta e il fallimento della compagnia aerea low cost Wind Jet.
Per l’inchiesta sul calcio il 23 giugno del 2015 era stato sottoposto agli arresti domiciliari per truffa e frode sportiva. Dopo gli interrogatori, il 3 luglio 2015, tornò libero: il Gip revocò il provvedimento spiegando che “il quadro indiziario” emerso dalle indagini della polizia di Stato era da “ritenersi rafforzato”, a “differenza delle esigenze cautelari” che apparivano invece “indubbiamente ridimensionate”.
L’11 agosto dello stesso anno il questore di Catania, Marcello Cardona, emise nei suoi confronti un Daspo di 5 anni, per ‘I treni del gol’. Provvedimento confermato successivamente anche dal Tribunale amministrativo regionale.
Per quell’inchiesta il procuratore Michelangelo Patanè e il sostituto Alessandro Sorrentino hanno chiesto il rinvio a giudizio di Pulvirenti e di altre sei imputati.
Ieri si è svolta la prima udienza preliminare con l’annuncio di costituzione di parte civile di Figc, Lega Serie B, associazioni, tifosi e abbonati.
Oggi il secondo arresto – anche in questo caso sono stati concessi i domiciliari – nell’ambito dell’inchiesta “Icaro”.
I militari della guardia di finanza avrebbero rilevato gravi irregolarità contabili e patrimoniali nella gestione della società compiute già nel 2015. Una profonda voragine che nel tempo avrebbe portato al dissesto di Wind jet, società ammessa alla procedura di concordato preventivo con un passivo di oltre 238 milioni di euro.
La compagnia low cost sospese i voli per problemi finanziari il 12 agosto del 2012 lasciando a terra migliaia di passeggeri e senza lavoro circa 500 dipendenti. Il 19 ottobre del 2013 il concordato scongiurò il fallimento della compagnia ed ottenne il 92% di sì dai creditori
Secondo quanto emerso dalle indagini della guardia di finanza, la Wind jet avrebbe intrapreso la trattativa svolta con Alitalia nella prima metà del 2012 mentre versava in una grave condizione di dissesto occultata dalle fittizie sopravvalutazioni dei dati di bilancio.