Grandi manovre in corso nella politica siciliana laboratorio che guarda al Paese. Grandi manovre a destra come a sinistra. E dalla manifestazione forzista di Catania riemergono uomini e storie che sembravano ormai accantonati proprio mentre da Palermo ci sono giovani eurodeputati che rilanciano sul fronte di Centrodestra (VIDEO INTERVISTA).
Tocca all’ex Presidente del Senato Renato Schifani ed ex uomo forte di Ncd, lanciare, su sollecitazione, una apertura velata ma non troppo, a qualsiasi progetto che guardi alla rinascita di un centrodestra in Sicilia e in Italia
Presidente a Palermo, gli eurodeputati azzurri Cicu, Comi e Patricielli hanno presentato ‘Siamo Italiani’. C’è un margine per ricostituire il Centrodestra?
“Dobbiamo essere consapevoli che il Centrodestra deve essere e non può che essere unito per tornare vincente. Le divisioni si pagano, le abbiamo già pagate a Roma e le pagheremmo anche nell’eventuale vittoria del Referendum qualora dovessimo dividerci. La forza della nostra area è stata sempre l’unità e su questo Silvio Berlusconi ha fondato la nostra storia e il raggiungimento di grandi obiettivi”.
In Sicilia, i Centristi si spaccano…
L’Udc vive un momento di travaglio. Ho visto che ha cambiato addirittura nome al proprio gruppo: un cambio di denominazione di cui si dovrebbe discutere. Io ho fatto il capogruppo per sette anni e una cosa è cambiare la denominazione al gruppo quando si aggiunge una forza politica, altra cosa è farlo in chiave politica, addirittura verso il ‘sì’ al referendum mentre il partito centrale vota ‘no’. E’ in corso una diatriba, ma è anche certo, perché l’ho vissuto, che D’Alia, ormai è alleato stretto di Alfano che guarda a Sinistra. Prima delle precedenti amministrative, noi come delegazione avevamo proposto a Lorenzo Cesa e De Poli, vicesegretario, un patto per costruire una nuova area moderata insieme con Flavio Tosi, un nuovo partito: e ci è stato detto no.
Poi ad un’altra riunione ho trovato Tosi, la dirigenza dell’Ncd e Gianpiero D’Alia e il ministro Galletti che non rappresentavano l’Udc per discutere della formazione di un nuovo partito, la cui formazione è stata soltanto rinviata perché c’erano le amministrative a Milano e l’Ncd era alleato con Salvini e quindi Tosi non poteva dare il via. Si decise in quell’occasione, consapevoli e d’accordo sia D’Alia che Galletti che si sarebbe fatto un nuovo partito con Ncd e con Flavio Tosi. Questa è storia recente. Vedo in queste lotte interne all’Udc siciliano il tentativo di portare il simbolo di Lorenzo Cesa, che guarda al Centrodestra verso la Sinistra. Io mi auguro che si faccia chiarezza perché in questo ‘gioco’ vincerebbero solo i grillini”.
L’Ncd non sa che fare…
“Ncd, nonostante io l’abbia fondato, adesso lo definisco purtroppo Ncs (nuovo centro sinistra ndr). E’ diventato il ‘partito delle poltrone’. Angelino Alfano nell’ottobre del 2015 diceva ‘non entreremo nel Governo Crocetta’ e un mese dopo indicava Vermiglio in giunta. Ha tradito la propria missione. Il motivo per cui ho lasciato il partito che avevo fondato è perché non erano questi i patti. Poi sostenere Rosario Crocetta credo che fosse una cosa da evitare a tutti i costi”.
Cosa si augura per la Sicilia, da politico e da Siciliano?
“Che i siciliani tornino a sperare. Mi colpiscono moltissimo le parole dell’amico Totò Cuffaro, quando presenta il suo libro e riscontra che dopo cinque anni di assenza dalla ‘sua’ terra ha trovato i siciliani che hanno perso la speranza. Lo sforzo della politica deve essere quello di fare tornare a sperare i siciliani e di lanciare un candidato unitario del Centrodestra che giri la Sicilia con un proprio programma, sbugiardi Crocetta e metta in crisi ancora di più quelle forze politiche che svendendo la propria storia, preferiscono la poltrona al futuro della Sicilia”.
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