Lo scioglimento della Camera di Commercio del Sud-Est, ovvero, il distacco delle CCIAA di Siracusa e Ragusa da quella di Catania e l’accorpamento a quelle delle province di Caltanissetta, Agrigento e Trapani sta provocando polemiche. Secondo quanto riporta oggi il quotidiano “La Repubblica, Palermo” ci sarebbe una “voragine da 400 milioni” per la “più delicata partita di potere che si disputa in Sicilia in queste ore: lo scontro per la ridefinizione delle Camere di commercio in Sicilia, che si traduce nel tentativo di mettere le mani sull’aeroporto di Fontanarossa (e sul suo valore stimato di un miliardo di euro) alla vigilia della privatizzazione“.
In base ai numeri riportati, il sistema camerale siciliano avrebbe entrate per 22,5 milioni, mentre le spese per le pensioni — escluse quelle correnti, come gli stipendi ai dipendenti in servizio e le manutenzioni — arrivano a 28 milioni all’anno. Troppi, visto che molti dipendenti sono stati mandati in pensione anche a poco più di 40 anni.
Un paradosso, se si considera che – ad esempio – gli utili della Camera di Palermo ed Enna erano di 4 milioni, l’anno scorso. Utili che a detta del presidente della Camera di commercio, Alessandro Albanese, potevano essere investiti “in servizi alle imprese o in infrastrutture, come ad esempio il palacongressi pubblico che a Palermo manca”.
Da qui, è emerso che il buco da colmare sarebbe di 400 milioni. L’ipotesi è chiedere aiuto all’Inps per queste pensioni, ma adesso il problema entra anche nei giochi politici: “se va in default una sola Camera di commercio salta il sistema delle informazioni sulle aziende in tutta Italia, a partire dalle informative antimafia“.
Da qui ci sarebbe in gioco un’idea: mettere in vendita Fontanarossa. Visto che la Camera del Sud-Est (quella recentemente sciolta) controlla il 61,2% dell’aeroporto di Catania, da mesi è in ballo la battaglia politica per scorporare la Camera etnea dalle altre due (Siracusa e Ragusa), facendole confluire verso Trapani, Agrigento e Caltanissetta. Una “Supercamera” a 5.
L’obiettivo sarebbe quello “togliere il pallino dalle mani del presidente della Camera di commercio etnea, Pietro Agen”, ma la proposta vede la ferma opposizione di molti sindaci e anche della Regione. Come andrà a finire? La partita a “Risiko” è aperta.