In un letto di ospedale, attaccato all’ossigeno, sta combattendo strenuamente contro il Covid19 Rosario Molino, 78enne catanese che si trova a Iquitos, “la isla bonita”, 700mila abitanti, nel Perù nord-orientale, capoluogo della regione di Loreto, dove la situazione al momento è a dir poco drammatica.
Le stime ufficiali parlano di 1500 morti solo in città, dove il contagio ha riguardato il 90 per cento della popolazione.
Sabato scorso BlogSicilia vi aveva raccontato la storia della famiglia Molino, di Rosario, della moglie Eugenia Paola e del figlio Marco Antonio, tutti infettati dal Covid19.
Marco e la madre sono ormai usciti dall’incubo della malattia ma hanno dovuto curarsi a casa, perché i posti disponibili in ospedale sono pochi e vengono destinati ai malati più gravi.
Attraverso le pagine del nostro giornale, Marco – residente da 10 anni in Perù, dove i genitori lo hanno raggiunto un anno fa – aveva lanciato il suo accorato appello, affinché lo Stato italiano intervenisse in soccorso della famiglia, che si trova adesso in una situazione di oggettiva difficoltà economica e senza alcuna forma di sostentamento.
Marco, che ad Iquitos è molto conosciuto per il suo impegno umanitario e ambientalista, e per aver fondato la Ong Nuestro Horizonte Verde e una fattoria didattica dove accoglie le scolaresche, non lavora da tre mesi – il lockdown in Perù proseguirà ancora per tutto il mese di giugno, ed i suoi genitori, a causa della malattia, non sono stati in grado di riscuotere la loro pensione erogata dall’Inps attraverso Western Union perché impossibilitati a recarsi fisicamente ad uno degli sportelli abilitati.
I nostri connazionali sono quindi rimasti senza denaro per potersi curare.
Dopo l’articolo di BlogSicilia, come vi abbiamo informato ieri, un funzionario dell’Inps ha contattato Marco promettendo il suo intervento e lo staff del ministro degli Esteri Luigi di Maio si è interessato alla storia.
Con l’aiuto dell’incaricato consolare dell’ambasciata italiana nella regione di Loreto, Federico Marco Ventre Ferro, verrà redatta una delega che autorizzerà la signora Eugenia Paola, a riscuotere nei prossimi giorni, anche la pensione del marito per potere provvedere alle sue cure.
La famiglia di catanesi infatti, non ha una assicurazione sanitaria e farmaci ed analisi mediche sono per loro assai costosi. Marco non esita ad esternare le reali dimensioni del problema.
“Ogni giorno – dice ancora a BlogSicilia – spendo, ovviamente in soles peruviani, una somma compresa tra le 50 e le 100 euro e così non possiamo andare avanti. Senza analisi o cure mio padre rischia di morire”.
Ma il problema per la famiglia non è solo quello delle pensioni che bastano a malapena a pagare l’affitto di casa e ad acquistare il cibo. Così Marco chiede aiuto a chiunque possa venire in suo soccorso. Il suo caro amico Claudio Samuele ha organizzato una raccolta fondi con una pagina dedicata su facebook (https://www.facebook.com/donate/661124061138429/) e tanti siciliani ed italiani si stanno mobilitando per le cure di papà Rosario.
A contattare Marco promettendo l’invio di una somma di denaro, anche il sindaco di Aci Sant’Antonio, dove la famiglia viveva prima del trasferimento in Perù.
Marco, che non perde la speranza di vedere guarito il padre quanto prima, vuole lanciare un altro appello: “Mi rivolgo a tutti gli italiani – dice – per far sapere loro che mio padre ha lavorato tanto. Ha sempre pagato le tasse come un onesto cittadino, ha esercitato la sua professione di insegnante come una missione, ha dato tanto al paese più bello del mondo che è l’Italia. Spero che adesso voi italiani non lo abbandoniate solo perché è anziano. Lui ha dato tanto a tante persone. Non vuole essere rimpatriato per curarsi meglio o chissà che cosa. Vuole solo vivere e continuare con orgoglio a dire di essere italiano, come ha sempre fatto”.
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