Monsignor Salvatore Gristina, arcivescovo di Catania e presidente della Conferenza episcopale siciliana (Cesi) è risultato positivo al tampone per la ricerca del Covid19.
Lo rende noto il vicario generale, monsignor Salvatore Genchi, sul sito dell’Arcidiocesi. “Le sue condizioni di salute, costantemente monitorate – si legge nel documento – sono nella norma e non destano particolari preoccupazioni. Sono stati attivati tutti gli esami previsti dal protocollo sanitario. Nel frattempo, a scopo precauzionale, è stato avviato il trattamento medico”.
Negli ultimi giorni monsignor Gristina ha preso parte ad un corso di esercizi spirituali per sacerdoti alla Domus Seraphica di Nicolosi. È stato, pertanto, effettuato attraverso il personale dell’Asp il tampone a quanti vi hanno e a coloro che abitano e si occupano della casa di accoglienza. Nessuno è risultato positivo al test.
“L’arcivescovo, condividendo l’esperienza di tante persone che in questo tempo di pandemia attraversano particolari difficoltà – afferma mons. Genchi – ringrazia quanti sono vicini a lui e a tutti i malati di Covid con la preghiera e l’affetto. Affidiamo alla materna intercessione della Beata Vergine Maria, a Sant’Agata ed al Beato Cardinale Dusmet il nostro arcivescovo, auspicando una pronta guarigione perché possa presto riprendere l’esercizio del suo ministero pastorale a servizio della nostra Chiesa diocesana”.
Dopo essersi sottoposto a doppio tampone di verifica stamattina l’Usca di Trapani ha comunicato che il vescovo, monsignor Pietro Maria Fragnelli, è positivo al covid19. L’altro prelato, vaccinato con doppia dose alcuni mesi fa, è in isolamento nel palazzo Vescovile in buone condizioni di salute. Il vicario generale, don Alberto Genovese, ha “invitato la comunità diocesana a pregare per il nostro vescovo”. Gli uffici della curia vescovile sono chiusi in attesa di sanificazione dei locali.
Non è il primo alto prelato che in Sicilia si trova a dover affrontare il coronavirus. Ci sono infatti già due precedenti. Uno riguarda l’arcivescovo di Acireale, monsignor Antonino Raspanti, il quale ricopre anche il ruolo di vicepresidente della Cei, la conferenza episcopale italiana. Lui è uscito dall’incubo covid lo scorso 5 giugno dopo essersi sottoposto al tampone risultato poi negativo. La guarigione è stata certificata dall’Asp di Catania. Era risultato positivo, da asintomatico, dopo un tampone di controllo eseguito il 23 maggio scorso.
Anche l’arcivescovo di Palermo Corrado Lorefice è risultato positivo al tampone per l’identificazione del virus Covid19. Il suo caso venne alla ribalta lo scorso 5 maggio. Le sue condizioni di salute non hanno comunque mai destano alcuna preoccupazione e l’arcivescovo è stato costantemente monitorato, così come prevedono i protocolli sanitari specifici. Già qualche giorno prima dell’esito del tampone Lorefice non aveva presieduto celebrazioni pubbliche, né effettuato incontri, preferendo lavorare via web.
Stessa sorte è toccata ai vescovi di Agrigento e Caltagirone. Nel dicembre del 2020 era toccato al cardinale Francesco Montenegro, arcivescovo agrigentino. Negativo, invece, l’arcivescovo coadiutore, monsignor Alessandro Damiano.
I due prelati si sono sottoposti al test dopo la positività del segretario, don Giuseppe Calandra, accertata il 22 dicembre.
Non fu risparmiato dal terribile virus neanche Calogero Peri, vescovo di Caltagirone, che finì ricoverato all’Ospedale Gravina. La notizia del contagio era stata data lo scorso 3 aprile attraverso una nota nella quale si precisava che “le condizioni di salute di mons. Peri erano ‘stabili'”.