“Attenzione agli sciacalli della cassa integrazione. Le pratiche per gli ammortizzatori sociali sono rese dal Sindacato confederale in modo gratuito. Ci rivolgeremo agli Enti ispettivi e alle forze dell’ordine competenti per denunciare formalmente tali comportamenti banditeschi”.
È in sintesi l’allarme lanciato dalla segreteria provinciale della Cisl di Catania dopo segnalazioni ricevute da lavoratori e datori di lavoro e arrivate agli sportelli del sindacato da diverse parti del territorio etneo.
“Siamo preoccupati – afferma la segreteria della Cisl etnea – per alcuni episodi che ci sono stati riportati sui quali stiamo cercando di approfondire e raccogliere eventuali prove. Se avremo la conferma, tali episodi fanno prefigurare il delinearsi di un allarmante fenomeno di sciacallaggio ai danni di lavoratori che sono già in difficoltà per l’emergenza sanitaria ed economica indotta dall’epidemia da coronavirus. Pare che tutto nasca da richieste avanzate da alcuni consulenti aziendali o pseudo tali che oltre a fare applicare contratti spazzatura alle imprese che assistono, impongono al lavoratore un pagamento per presentare le istanze per accedere alla cassa integrazione in deroga. Ricordiamo che tali richieste avanzate tramite il sindacato sono gratuite, con l’unica richiesta di rappresentare i lavoratori all’interno dell’azienda e, quindi, di estendere loro il diritto di essere tutelati ai sensi del CCNL di riferimento.
Per tale motivo, richieste di pagamento per l’istruzione delle pratiche sono del tutto illegittime e lasciano intendere che si vogliano nascondere altre condizioni di dumping contrattuale e salariale e/o di mancato versamento ai fondi bilaterali così come prevede la legislazione sul lavoro o, addirittura, puntino a impedire ai lavoratori di venire a conoscenza dei propri diritti ed essere rappresentati dalle organizzazioni sindacali riconosciute e firmatarie dei contratti nazionali di categoria. Invitiamo i professionisti, di cui apprezziamo la serietà e la competenza presente nella loro stragrande maggioranza, a isolare tali comportamenti deprecabili deontologicamente oltreché eticamente. Denunceremo alla autorità giudiziaria competente e agli ordini professionali le illegalità che emergessero dai nostri raffronti. Quella che stiamo combattendo è una sorta di “guerra” e come tale chi approfitta delle esigenze dei più deboli o bisognosi e con i suoi comportamenti macchi la reputazione anche di altri stimabili colleghi va perseguito e punito secondo le norme esistenti nei casi di emergenza sociale”.
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