“Sarebbe stato legittimo il compiacimento del sindaco Bianco se per annunciare il raggiungimento del minimale risultato della pubblicazione dei bandi per le opere di urbanizzazione (meno dell’1% del totale dell’investimento previsto) avesse tenuto un atteggiamento più sobrio e realistico dei fatti della lunga storia del risanamento di Corso dei Martiri, anziché ricondurre esclusivamente a se stesso e alla sua Amministrazione meriti che non gli appartengono”.
Il messaggio è chiaro, chiarissimo. Le parole sono di Sebastiano Arcidiacono, vice presidente vicario del consiglio comunale di Catania. L’argomento in questione non ha bisogno di particolari presentazioni, perchè ormai da decenni, rappresenta il graffio, lo squarcio simbolo di una città a cui manca sempre qualcosa per il definitivo salto di qualità: ovvero Corso dei Martiri della Libertà.
La polemica, anzi la nuova polemica si è scatenata dopo l’ufficializizzazione dei bandi per le prime opere di urbanizzazione: anche questo, riflettendoci, è un dato particolare. Parlare di urbanizzazione nel 2017 per una zona in pieno centro città, posta tra la stazione centrale e il centro storico e commerciale. Ma questa è un’altra storia.
Tornando ad Arcidiacono, il vice presidente vicario del consiglio, accusa il sindaco Bianco di essersi preso dei meriti che, secondo lui, non gli spetterebbero.
“In stile da campagna elettorale – spiega Arcidiacono – nel solco di questi quattro anni di governo della Città pieni di fuorvianti autocelebrazioni, ha sorvolato su alcune questioni invece dirimenti per ricostruire la triste vicenda della ferita del vecchio San Berillo, che ora si dà per sanata quando invece tantissimo c’è ancora fare. Per esempio Bianco con scarso fair play rivendica a sè, come fosse inizio e fine di tutte le cose, il raggiungimento dell’obiettivo di avere avviato le procedure di gara; omettendo di ricordare che solo il faticosissimo accordo transattivo del novembre del 2011 (che riduceva notevolmente la cubatura stabilita dal Commissario Straordinario nel 2008) a cui tanti hanno lavorato, intesa che ha creato i presupposti indispensabili per dare seguito alle progettazioni e infine ai bandi, arrivati però solo sei dopo anni quella firma. Fu proprio grazie alla storica sottoscrizione di quel documento che l’anno successivo si affidò il progetto prima all’archistar Fucksas e poi al siciliano Cucinella, lo stesso che attualmente ne coordina le attività con grande professionalità. In realtà su Corso dei Martiri in questi quattro anni della sua sindacatura, si è tergiversato per consentire alla sua Amministrazione di imprimere un’ impronta all’iniziativa”.
Arcidiacono ricorda che grazie all’accordo del 2011 il Comune evitò di pagare rimborsi milionari ai proprietari dell’area. Ma non solo: l’attacco è più ampio e non si limita solo alla questione Corso dei Martiri, abbracciando il problema, decisamente più grande e annoso, del piano regolatore generale.
“In verità – continua Arcidiacono – al di là della sterile propaganda elettorale anche su Corso Martiri nei prossimi mesi assisteremo, forse, a parziali interventi senza un disegno organico della Città. Manca, infatti, lo strumento di pianificazione generale, quel Prg che Bianco ha scelto colpevolmente di non adottare e che invece avrebbe dovuto accompagnare scelte come questa. Oppure come quella contenuta nella delibera della Giunta Comunale del 10 luglio scorso che autorizza un’altra variante in una vasta area di proprietà privata a Cibali. Tutto questo, irresponsabilmente, in assenza del Piano regolatore dentro il quale questi interventi andrebbero programmati; privilegiando, ad esempio, la riduzione di consumo di suolo attraverso un sistema attento di perequazione e valorizzazione sociale del territorio. Si è scelta invece la strada sbagliata delle singole varianti, coperta dalle cortine fumogene di innumerevoli e autoreferenziali tavoli tecnici e cabine di regia in cui tanti professionisti recitano una parte”.