Il Gip di Catania ha revocato la misura cautelare per gli indagati dell’inchiesta “Vasi comunicanti” che, il 4 luglio scorso, ha fatto luce su un presunto sistema di corruzione relativo alla fornitura di stent. Nove gli indagati, accusati a vario titolo in concorso per falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale e corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio. Il provvedimento è stato adottato perché sono venute meno le esigenze cautelari.

Chi va in libertà

In libertà quattro professori, rispettivamente direttori di Uoc o dipartimenti di Cardiologia dei Policlinici universitari di Catania (Corrado Tamburino) e Messina (Antonio Micari) e dei poli ospedalieri di Siracusa (Marco Contarini) e Ragusa (Antonino Nicosia), membri di un Comitato medico-scientifico del progetto Sicilian Cardiovasculary Academy (Sca). In libertà pure i referenti delle aziende distributrici dei presidi medici al centro delle indagini. Il meccanismo illecito sarebbe filtrato attraverso le sponsorizzazioni a questi eventi formativi. Tutti i nove indagati erano accusati a vario titolo in concorso per falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale e corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio.

Le indagini

L’operazione ‘Vasi comunicanti‘ della Guardia di Finanza di Catania ha svelato un sistema di corruzione radicato nel settore sanitario. Secondo il giudice Giuseppina Montuori, le indagini hanno rivelato un meccanismo ben organizzato di atti corruttivi. Le indagini, si legge nell’ordinanza del gip Giuseppina Montuori emessa nei confronti di nove indagati per presunti casi di corruzione nella sanità, hanno fatto emergere “un sistema volto alla sistematica commissione di numerosi atti corruttivi” con multinazionali farmaceutiche che “usano la prassi di pagare “mazzette” sono forma di contributi per la formazione scientifica, finanziando eventi formativi”. La richiesta di emissione del provvedimento è stata firmata dal sostituto procuratore Fabio Regolo e vistata dal procuratore facenti funzione Agata Santonocito.

Secondo la procura, le investigazioni e le intercettazioni delle Fiamme gialle avrebbero permesso di “acquisire numerosi e significativi elementi indiziari” su tre multinazionali che “promettono e poi elargiscono ingenti somme di denaro fittiziamente convogliate in occasione dell’organizzazione di convegni e congressi di medicina finalizzati alla formazione, ma di fatto – osserva il gip – allo scopo di ingraziarsi i primari operanti in gran parte delle strutture sanitarie della Sicilia Orientale”.

Coinvolti noti cardiologi siciliani

Il sistema vede coinvolti alcuni tra i più noti cardiologi siciliani, 4 professori, rispettivamente direttori di Uoc o dipartimenti di cardiologia dei Policlinici universitari di Catania (Corrado Tamburino) e Messina (Antonio Micari) e dei poli ospedalieri di Siracusa (Marco Contarini) e Ragusa (Antonino Nicosia), membri di un Comitato medico-scientifico del progetto Sca «Sicilian Cardiovasculary Academy. Tutto questo, prosegue il giudice per le indagini preliminari di Catania, “in cambio dell’impegno da parte dei medici di favorire il migliore offerente garantendogli l’uso effettivo di un numero maggiore di dispositivi medici citati nel corso dei loro interventi chirurgici”

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