Il nuovo contratto di lavoro del Comparto non dirigenziale della Regione Siciliana, sottoscritto tra ARAN e organizzazioni sindacali, dopo l’apprezzamento della Giunta Regionale, si trova all’esame della Corte dei Conti, per l’ultimo passaggio prima della pubblicazione sulla GURS.
Intanto la Commissione Paritetica, che dovrà definire il nuovo ordinamento professionale, la riclassificazione del personale e i criteri per le progressioni, il cui tavolo tecnico preparatorio doveva essere attivato il primo febbraio scorso, a causa dell’ostruzionismo dell’unica organizzazione non firmataria del contratto e per la mancanza di determinazione dell’ARAN, non si è ancora insediata.
La FP CGIL considera “molto grave questo ritardo, che si ripercuote negativamente sulle legittime aspettative di tutti i dipendenti regionali, dalla Categoria A alla D, e impedisce l’avvio di quei processi di riclassificazione e progressione, necessari al miglioramento dell’efficienza della macchina amministrativa della Regione”.
In particolare, per le fasce A e B, si ritarda il processo di ridefinizione delle mansioni e si continua nel loro utilizzo in compiti di livello superiore senza riconoscimento alcuno – fa sapere il sindacato -. Le proteste spontanee dei dipendenti dei Centri per l’Impiego di questi giorni hanno, in questo senso, il merito di richiamare l’attenzione verso problematiche che la FP CGIL ha più volte e a tutti i livelli messo al centro della propria azione sindacale.
Le tante questioni aperte e le incursioni che la politica sta mettendo in campo, su un terreno che dovrebbe essere esclusivamente materia contrattuale, con l’avvicinarsi delle Elezioni Europee, ci fanno temere un aumento del livello di confusione e strumentalità.
La FP CGIL non ritiene accettabili ulteriori ritardi, si deve attivare subito il tavolo propedeutico alla costituzione della Commissione Paritetica, aprire il confronto sull’ordinamento professionale e sulla riclassificazione del personale, dare risposta agli Ispettori del Lavoro e a quanti esercitano funzioni delicate e di responsabilità, per far si che entro pochi mesi si possa giungere ad un accordo ed alla definizione del relativo contratto integrativo.
La politica stia al suo posto, non tenti di utilizzare i tanti problemi del personale della Regione per strumentalizzazioni di tipo elettorale e si faccia subito e bene ciò che è già possibile a normativa e regole vigenti, evitando metodi e modalità che speriamo non incantino più nessuno.