Erano stati condannati per mafia, ma percepivano il reddito di cittadinanza. Militari del comando provinciale della Guardia di finanza di Catania hanno denunciato 32 persone accusate di avere percepito illegalmente il Reddito di cittadinanza per una presunta truffa allo Stato stimata in oltre 398mila euro.
Condannati per mafia
Tra loro due persone condannate definitivamente per associazione mafiosa e dieci che avevano omesso di segnalare di avere familiari condannati con sentenza passata in giudicato per lo stesso reato.
Il reddito ai detenuti
Denunciate anche tre persone che avevano ottenuto il sussidio nonostante fossero detenuti in carcere o agli arresti domiciliari e altre 17 per non avere comunicato di avere nel proprio nucleo dei familiari sottoposti a misura cautelare personale.
32 indagati dalla Guardia di Finanza
Militari delle Fiamme gialle della compagnia di Riposto, che hanno indagato, hanno notificato un avviso di conclusione delle indagini preliminari emesso dalla Procura di Catania a 27 dei 32 indagati. I presunti trasgressori sono stati segnalati all’Inps per la sospensione del beneficio e il recupero delle somme erogate.
Le attività di controllo testimoniano l’impegno della Guardia di Finanza nell’azione di contrasto ad ogni forma di illecito, nel caso di specie a danno della spesa pubblica nazionale poiché l’indebito accesso a prestazioni assistenziali e a misure di sostegno al reddito genera iniquità e mina la coesione sociale.
400 denunciati a Librino
Carabinieri del comando provinciale di Catania, con la collaborazione dell’Inps, hanno denunciato 389 persone percettori del Reddito di cittadinanza, in gran parte residenti nel popoloso rione di Librino. Tra loro anche 191 con precedenti penali, alcune anche per reati di mafia.
Reddito di cittadinanza percepito dal 2020
Gli indagati sono accusati di aver ottenuto indebitamente dal 2020 il sussidio con dichiarazioni false e omissive. Tra le irregolarità maggiormente riscontrate dai militari dell’Arma l’avere dichiarato falsamente di essere l’unico componente del nucleo familiare, in modo da potere percepire il reddito nonostante la convivenza con un familiare lavoratore oppure consentire ad altri componenti della famiglia di avanzare richiesta all’Inps per lo stesso sussidio statale.
Residenze fittizie
Tra i destinatari del reddito c’è chi aveva dichiarato false residenze, tra questi numerosi cittadini stranieri avevano indicato la stessa abitazione senza averci mai soggiornato, oppure indirizzi corrispondenti ad esercizi commerciali, cavalcavia e aree di campagna. L’importo complessivo riscosso indebitamente è di circa 3 milioni di euro. I denunciati sono stati segnalati all’Inps per l’immediata revoca del beneficio, con efficacia retroattiva, e l’avvio delle necessarie procedure di restituzione di quanto illecitamente percepito.
I precedenti
Appena dieci giorni fa i Carabinieri della stazione di Calatabiano, in provincia di Catania, hanno denunciato per false attestazioni 49 persone per indebita percezione del Reddito di cittadinanza. Militari dell’Arma, con il supporto della sede Inps di Giarre, hanno esaminato oltre 400 posizioni. Il danno all’erario è stimato dagli investigatori in circa 350.000 euro. Nella maggioranza dei casi è emersa la falsa residenza a Calatabiano.
I casi singolari
Per dieci domande arrivate dall’estero la falsa permanenza da almeno un decennio in Italia. Un beneficiario ha ‘dimenticato’ di segnalare di essere sottoposto a provvedimento cautelare, pur trovandosi agli arresti domiciliari per reati in materia di droga. In un altro caso non è stata segnalata la detenzione in carcere di un figlio per reati commessi per favorire un clan mafioso.
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