- Il dirigente generale del dipartimento regionale della Protezione civile, Salvo Cocina, ha firmato il decreto
- Il contributo regionale per questa emergenza sale complessivamente a tre milioni di euro
- Sono 25 i comuni interessati dal provvedimento, 24 nel Catanese, 1 nel Messinese
- Anthony Barbagallo (Pd) “Si tratta di fondi stanziati da Roma”
In arrivo dalla Regione Siciliana altri 2 milioni di euro per i danni subiti dai Comuni a causa della cenere vulcanica dell’Etna. Il dirigente generale del dipartimento regionale della Protezione civile, Salvo Cocina, ha infatti firmato il decreto per erogare le somme a 24 centri del Catanese e uno del Messinese.
Il contributo regionale sale a tre milioni
Diventano così tre i milioni di euro destinati dal governo Musumeci alle amministrazioni colpite dall’incessante attività vulcanica. Nello scorso giugno, infatti, era già stato trasferito un primo milione di euro, risultato insufficiente a coprire le spese sostenute per rimuovere e conferire la cenere accumulata nelle strade e negli spazi pubblici e ripristinare la viabilità.
“Una risposta concreta – evidenzia il presidente della Regione Nello Musumeci – a sindaci e cittadini colpiti dai disagi e dai danni creati dalla cenere e dai lapilli, costretti da sette mesi ad affrontare un’emergenza che è diventata routinaria. Questo fenomeno costituisce una calamità nazionale che non ha carattere sporadico, data la frequenza degli ‘episodi’, e quindi non può essere gestito occasionalmente. Siamo ancora in attesa che Roma dichiari lo stato di emergenza, così come abbiamo ripetutamente richiesto”.
I venticinque comuni interessati
I contributi andranno a coprire le somme già spese di 25 Comuni: Aci Bonaccorsi, Aci Sant’Antonio, Acireale, Fiumefreddo di Sicilia, Giardini Naxos, Giarre, Gravina di Catania, Linguaglossa, Maletto, Mascali, Mascalucia, Milo, Nicolosi, Pedara, Piedimonte Etneo, Ragalna, Riposto, San Giovanni La Punta, Sant’Agata Li Battiati, Sant’Alfio, Santa Venerina, Trecastagni, Tremestieri Etneo, Viagrande e Zafferana Etnea.
A Riposto, Giarre e Zafferana i contributi più sostanziosi
La fetta più grossa di contributi in funzione delle spese sostenute dalle amministrazioni comunali – fra prima e seconda tranche di aiuti – è andata ai Comuni di Riposto (487 mila euro), Giarre (465 mila euro) e Zafferana Etnea (388 mila euro), seguiti da Santa Venerina (250 mila euro) e Pedara (173 mila euro).
Barbagallo: “Si tratta di fondi stanziati da Roma”
Anthony Barbagallo, segretario regionale del Partito Democratico risponde al presidente della Regione Nello Musumeci sullo stanziamento di due milioni di euro per l’emergenza della cenere vulcanica in 25 comuni dell’area. “Siamo alle solite: sulla cenere vulcanica e sui ristori da erogare ai comuni etnei il governo della Regione diffonde comunicazioni tendenziose, di pura propaganda e che non hanno nessun profilo istituzionale. La somma di due milioni di euro, erogata dal dipartimento di protezione civile regionale ai 24 comuni colpiti dalla pioggia di cenere lavica dell’Etna e di cui è stata data notizia attraverso un comunicato stampa, infatti dalle informazioni in nostro possesso è un’altra anticipazione dei 5 milioni stanziati dal governo nazionale in seguito alla precedente dichiarazione di stato di mobilitazione”.
Lo dichiara Barbagallo, intervenendo sulla questione della cenere lavica e sui costi a carico di enti locali, imprese e cittadini dei comuni etnei che rischiano il tracollo finanziario in assenza di interventi immediati e concreti.
“Regione si è limitata all’attività del passacarte”
“Insomma Musumeci – ribadisce Barbagallo – vuol far credere ciò che non è: questi soldi infatti sono quelli stanziati dalla protezione civile nazionale. La Regione si è limitata alla ben nota attività del ‘passacarte’. Musumeci, invece, provveda a integrare individuando, tra le pieghe del bilancio, ulteriori risorse da destinare a questa situazione”.
“Vengano ripartiti subito i tre milioni restanti2
“Anzi, già che ci siamo: restano tre milioni ancora disponibili dei 5 stanziati dallo Stato: che vengano immediatamente ripartiti – conclude – per aiutare gli enti locali in difficoltà nella raccolta, per l’ammassamento e il trasporto della cenere”.
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