“Invece di dover pagare 137 milioni per sei anni a partire dal prossimo anno, pagheremo, senza costi aggiuntivi, cinque milioni all’anno per 26 anni, liberando così risorse per riparare le strade, per le manutenzioni delle scuole e degli impianti sportivi, per assistere i bisognosi, gli anziani e i diversamente abili, per l’illuminazione stradale e per tutto ciò che innalza la qualità della vita a Catania”.
Lo ha detto l’assessore al Bilancio Salvatore Andò commentando l’approvazione da parte del Consiglio comunale di Catania, nel corso della seduta di prosecuzione cominciata il 31 maggio scorso, della rimodulazione del Piano di riequilibrio finanziario (con 15 sì e 7 astenuti).
La lunga seduta del Consiglio era stata caratterizzata dagli interventi del vicepresidente dell’Assemblea Sebastiano Arcidiacono, dell’esponente di Fratelli d’Italia Manlio Messina e del consigliere del Pd Niccolò Notarbartolo, contrari alla delibera
“In realtà – ha detto Andò – il Piano di riequilibrio presentato da Stancanelli prevedeva di non pagare nulla nei primi tre anni, di versare tre milioni di euro nel quarto, ossia quello in corso, e concentrava 137 milioni negli ultimi sei anni, dal 2018 in poi. Ossia, in media, ben oltre venti milioni di euro all’anno, cifra che, nelle condizioni attuali, irrigidirebbe tanto il Bilancio da mortificare i bisogni dei cittadini catanesi e in particolare dei più deboli”.
L’Assessore ha sottolineato come dappertutto in Italia – recentemente in Sicilia nel Comune di Modica – l’opportunità offerta dalla rimodulazione in trent’anni dei Piani di riequilibrio sia sempre stata votata, in maniera bipartizan, da maggioranza e opposizione.
“Dal dibattito di ieri però – ha aggiunto Andò – è emerso chiaramente che per alcuni l’interesse politico personale è prevalente su quello di Catania e dei Catanesi. Insomma, chi non vuole che la qualità della vita a Catania migliori, si è dichiarato, spiegando persino, in aula, che non avrebbe votato la delibera perché questa avrebbe dato al sindaco Bianco il vantaggio di avere finalmente le risorse, bruciate dalle passate amministrazioni, per far rifiorire Catania”.
Andò ha ribadito inoltre che, “non ha alcun senso parlare di spostamento di un onere sulle spalle delle future generazioni visto che non è un obbligo pagare in 26 anni: in qualunque momento se il Comune dovesse trovare nuove risorse, il Piano potrebbe essere nuovamente rimodulato. Queste risorse potrebbero derivare, in linea con gli impegni assunti con la Corte dei Conti, dal miglioramento della capacità di riscossione dei tributi, dalla vendita degli immobili, dalle dismissioni delle Partecipate e dalle economie che derivano da un’azione amministrativa improntata al rigore” .
Di tutt’altro avviso i consiglieri di Fratelli d’Italia Manlio Messina e Ludovico Balsamo: “Il Sindaco Bianco e la sua maggioranza , con la complicità degli organi di garanzia, hanno approvato la delibera che indebita la città di Catania per i prossimi 30 anni. Invece di rispettare il piano attuale , che prevedeva la distribuzione dei debiti in 10 anni, il Sindaco Bianco, come sua abitudine, ha deciso di indebitare le prossime generazioni”