Enzo Bianco “tiene”. Almeno, rispetto al giorno di elezione. Tra i sindaci dei capoluoghi d’Italia, stando alla classifica di gradimento pubblicata anche quest’anno dal “Sole 24 Ore”, il primo cittadino catanese è settantunesimo con il 51 per cento e recupera lo 0.4 rispetto al 2013.
I suoi colleghi delle altre città siciliane, invece, sono tutti in calo: Leoluca Orlando, che pure si colloca al trentesimo posto, perde a Palermo il 17.4 per cento – ma lui partiva da un roboante 72,4 ottenuto nel 2012 – mentre l’agrigentino Calogero Firetto scende del 4.5, meno 2.3 il siracusano Giancarlo Garozzo, meno 0.9 Maurizio Di Pietro a Enna.
Curiosamente, sia Bianco che Di Pietro e Garozzo sono settantunesimi perché accomunati dal 51 per cento di “appeal”. Alla lista vanno aggiunti Federico Piccitto, Ragusa, e Renato Accorinti, Messina, entrambi novantottesimi con il 46 per cento ma soprattutto in flessione rispettivamente del 23.4 e del 6.7.
Chiude il trapanese Vito Damiano che con il 45 per cento (meno 8.6) si colloca al terz’ultimo posto. Sempre meglio della sindaca capitolina Virginia Raggi, che è penultima avendo perso il 23.2 per cento tra i romani, e della meno nota Maria Rita Rossa da Alessandria, ultima con il 42 e soprattutto un eclatante – 25.9.
L’erosione. “Misurandosi” con gli altri sindaci di Sicilia, Bianco sorride. Probabilmente meno gradito il confronto con i dati personali degli anni precedenti, sempre sulla base della classifica “Sole 24 Ore”.
Nel 2014 – solo pochi mesi dopo il successo nelle Amministrative – il sindaco di Catania era al 51.5 per cento, nel 2015 svettava al 54.5, nel 2016 arretrava al 52. Stavolta, infine, è a “quota 51”.
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