Sempre più cani e gatti sono nostri compagni di vita, entrano nelle nostre case diventando parte del nucleo familiare. Per loro gli italiani spendono cifre da capogiro per l’alimentazione, la cura, la toilette. Abbiamo creato persino le pasticcerie per i nostri amici pelosi, e gli alberghi e i ristoranti si sono adattati ad accoglierci con i nostri fidi compagni di viaggio. Eppure arrivati al triste momento della separazione, un lutto che per moltissimi equivale a quello della perdita di un familiare, il nostro speciale amico diventa solo un rifiuto speciale da “smaltire” in discarica oppure da seppellire furtivamente ed illegalmente.
Una schizofrenia nel nostro rapporto con gli animali d’affezione che si evidenzia soprattutto in Sicilia, nonostante una legge del 2000 avesse previsto i cimiteri per i nostri compagni pelosi.
A risollevare la “dolorosa” questione è l’Associazione Free Green Sicilia che sottolinea come da ben 16 anni, ovvero dall’emanazione della legge regionale sul randagismo, la n.15 del luglio del 2000, la Sicilia si sarebbe dovuta adeguare al resto d’Italia per permettere ai propri cittadini di poter dare degna sepoltura ai propri pet defunti.
“E’ inaccettabile – ha dichiarato Alfio Lisi Portavoce di Free Green Sicilia – in una società che si considera civile ed europea, che il governo regionale continui imperterrito ed insensibile a rimanere ‘sordo’ non solo alla sua stessa legge sugli animali d’affezione ma soprattutto al grido di dolore di decine di migliaia di cittadini.” Tra l’altro, sottolinea l’associazione, l’articolo 23 della Legge Regionale n.15, nel delegare i Comuni, singoli o associati alla realizzazione di cimiteri per il seppellimento di animali d’affezione, incaricava il Presidente della Regione, oggi sembra che tale incarico sia dell’Assessore regionale alla Sanità, ad adottare entro sei mesi dall’emanazione della legge in questione un apposito regolamento sui cimiteri per animali d’affezione. “Ed invece – continua Alfio Lisi – da allora sono passati inutilmente ben 16 anni senza che, come spesso accade in Sicilia, nulla sia accaduto. Eppure a Roma, tanto per fare un esempio, esiste un cimitero per animali dal 1923. Ci sono, inoltre, proposte di legge sull’istituzione di cimiteri per animali d’affezione, anche pubblici, fermi da anni all’Assemblea regionale.”
E per chi volesse far cremare il proprio peloso estinto, la situazione non è migliore. Infatti, non esistono inceneritori comunali pubblici, ed i cittadini sono costretti a rivolgersi ai privati, laddove esistono, affrontano elevati costi. Free Green Sicilia ricorda, inoltre, come gli stessi Comuni siciliani potrebbero dotarsi autonomamente di cimiteri per animali d’affezione applicando la normativa cimiteriale vigente rivolta agli umani, tenuto conto delle differenti esigenze, e individuando nello stesso tempo le aree idonee dove poter insediare tali cimiteri.
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