Il rapporto sessuale non come atto fisico, ma come ‘amore pulito, dall’alto, purificatore’. Era il plagio a cui sei minorenni, tre delle quali intanto diventate adulte, sarebbero state sottoposte da Piero Alfio Capuana, bancario di 75 anni in pensione, da 25 anni alla guida di una comunità laica di ispirazione cattolica che, secondo l’accusa, avrebbe violentato ragazzine di età compresa tra i 13 e 15 anni, anche con la complicità delle madri delle vittime.
E’ il quadro che emerge dall’inchiesta ’12 apostoli’ della Procura di Catania che ha portato all’arresto dell’uomo, finito in carcere, e di tre donne poste agli arresti domiciliari: Katia Concetta Scarpignato, di 57 anni, Fabiola Raciti, di 55, e Rosaria Giuffrida, di 57.
Quest’ultime due facevano parte dei ’12 apostoli’ che, emerge dalla indagini della polizia postale, erano i più stretti collaboratori di Capuana nella congregazione religiosa, denominata “Associazione Cattolica Cultura ed ambiente”, di Aci Bonaccorsi.
Alla associazione, fondata da un sacerdote deceduto, don Stefano Cavalli, e gestita da Pietro Capuana, da anni, aderiscono circa 5.000 persone. Il gruppo ha un fiorente giro d’affare con la vendita di prodotti agricoli coltivati dagli stessi associati.
Le indagini della polizia postale di Catania su presunte violente sessuali compiute come rito religioso di ‘purificazione’ sono stata avviate nella primavera del 2016, dopo che una madre scopre sul cellulare della figlia minorenne le violenze che la ragazzina subiva, e delle quali parlava con un’amica su una chat.
Intercettazioni e indagini, coordinate dalla Procura distrettuale, hanno permesso di accertare che ragazzine fragili, in 25 anni, venivano selezionate dalle tre donne per essere ‘offerte’ all”Arcangelo’ per la loro ‘purificazione’. A volte, è emerso, erano le stesse madri, plagiate, a ‘consegnare’ le figlie all’uomo.
Le minorenni avevano dei ‘turni’ nella casa dell’uomo: pensavano a lavarlo, vestirlo, pulire la sua abitazione e soddisfare anche le sue richieste sessuali, talvolta anche in gruppo. Le vittime erano costrette anche a sottoscrivere delle lettere in cui dichiaravano il loro amore per il presunto santone e di essere consenzienti alle sue richieste sessuali. Se rifiutavano erano accusate di essere prive di fede in Dio e anche multate.
La Procura di Catania ricostruisce anche di atteggiamenti penalmente rilevanti compiuti anche all’interno del cosiddetto “cenacolo”, dove la Comunità si riuniva con cadenza settimanale per riunioni su argomenti religiosi, in occasione delle quali l’uomo faceva delle “locuzioni” religiose, proclamandosi la reincarnazione di un Arcangelo.
E poi, con una cerchia ristretta di appartenenti alla congregazione, restava a ballare, stringendo a sé e baciando le minorenni. Durante perquisizioni compiute dalla polizia postale è stato sequestrato materiale cartaceo ed informatico, tra cui moltissime delle lettere redatte dalle minorenni e il “registro” con gli elenchi nominativi di migliaia di iscritti. In casa di due degli indagati sono stati sequestrati, complessivamente, 60mila euro in contanti.
“Non abbiate paura di denunciare, se siete state vittime di manipolazioni venite a segnalarcelo, noi indagheremo”. Lo ha affermato il questore di Catania, Giuseppe Gualtieri, ritenendo che possano essere “numerose le donne, minori e maggiorenni, vittime in questa vicenda che perdura da oltre 25 anni”.
“La Procura di Catania – ha aggiunto Gualtieri – ha agito con la consueta professionalità e in fretta, perché il fenomeno è molto più diffuso di quanto si possa pensare. Dal quadro che emerge dalle indagini non si può parlare che di sette che fanno un uso distorto della religione. La Chiesa è estranea alla vicenda e, essendo una congregazione laica, non avrebbe avuto comunque alcun potere di intervento”.
Anche il procuratore di Catania, Carmelo Zuccaro, ha confermato l’estraneità della Chiesa: “Gli indagati sono i quattro soggetti destinatari del provvedimento del Gip – ha detto – per il resto si possono fare supposizioni, ma di quest’ultime noi non ci occupiamo: noi parliamo con le inchieste e gli atti che ne derivano. La religione è un’altra cosa, e la Chiesa non c’entra affatto”.
Il magistrato ha ribadito che non sono emersi coinvolgimenti di altre persone, nonostante l’associazione abbia circa 5.000 iscritti.
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