“Al paese non dovete venire”, la frase che suona come una sentenza arriva quando la pena è stata già inflitta: bastonate sul capo e al corpo nei confronti di tre ragazzini egiziani ospiti di un centro accoglienza del Calatino.
La giustizia, quella vera però, è entrata in azione dopo il raid di San Cono e proprio oggi si terrà l’udienza di convalida del fermo dei tre giovani che hanno aggredito con mazze da baseball i minorenni extracomunitari. Agli aggressori i carabinieri sono risaliti grazie ad un video girato da uno dei ragazzini egiziani durante le fasi concitate dell’aggressione.
Un filmato che è stato diffuso ieri mattina dai carabinieri in cui si vedono le fasi concitate del pestaggio e si sentono i lamenti di un sedicenne che è ancora ricoverato in ospedale a Catania.
Ci sono poi le parole del sindaco di San Cono che, all’emittente Telecolor, condannando l’episodio ha tuttavia paventato altri guai perché quei “ragazzi vengono dal centro di San Michele di Ganzaria per molestare le persone. Se il prefetto non prende provvedimenti c’è il rischio di guerriglie”.
Insomma tutti elementi che vanno clamorosamente a smentire una storia secolare siciliana: quella della convivenza fra popoli di culture che diventa sintesi espressiva nelle meraviglie della Cattedrale di Palermo o nelle testimonianze di altre bellezze sparse per la Sicilia. Quella Gerusalemme pacificata in mezzo al Mediterraneo di cui si è sempre parlato e che molti hanno elevato a modello come strumento di sintesi fra culture differenti. E’ la storia.
La cronaca (che poi è il racconto della storia di oggi) dice, però, un’altra cosa. Purtroppo.
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