Diminuiscono le linee AMT e aumentano le lamentele. A Catania l’Azienda Metropolitana Trasporti ha soppresso alcune linee per mancanza di fondi, ma a farne le spese sono i cittadini.
Ogni giorno il servizio di trasporto urbano dovrebbe essere garantito da circa 200 vetture, ma in realtà sono solo 60 i mezzi in circolazione quotidianamente. Il numero ridotto e la soppressione delle linee crea non pochi disagi ai cittadini. La stazioni e le fermate si riempiono di gente, le attese durano ore e anche quando i bus arrivano non è possibile utilizzarli, perché sono troppo pieni per salirci.
La situazione è sempre più tesa e molto spesso sono proprio gli autisti a dover fare i conti con la realtà, subendo gli sfoghi dei cittadini arrabbiati. Le piogge di critiche non risparmiano nemmeno i social ed ecco che proprio sulla pagina ufficiale dell’Amt piovono le critiche.
“Stamattina dalle 7.15 fino alle 8.00 – racconta una cittadina – ho aspettato un 530 che non è arrivato, ho dovuto chiamare un taxi per arrivare a lavoro! Vi sembra che lavorate solo voi dell’Amt? Oggi per tornare a casa dovrò chiamare nuovamente un taxi, dopo aver speso i soldi dell’abbonamento a chi posso addebitare quelli del taxi? Questo non è modo di protestare”.
E ancora: “Offrite un servizio a pagamento – si lamenta un altro – e in quanto tale è inammissibile restare ore alle fermate senza uno straccio di comunicazione da parte vostra né qui né sulla vostra pagina social né sul sito internet. Un po’ di rispetto per gli utenti che pagano giornalmente per un servizio scadente. Grazie”.
“Mancano i finanziamenti da parte del Comune e della Regione – ha spiegato Romualdo Moschella di Faisa Cisal – , in queste condizioni l’azienda è entrata in crisi e a ciò si sommano anche altre difficoltà. Ma in una città metropolitana come Catania, gli autobus sono importanti e quindi il sindaco deve essere chiaro. In questi giorni dovrebbero uscire quotidianamente 135 mezzi e invece al momento ne circolano soltanto 60, inoltre molte corse sono state soppresse. Stiamo organizzando uno sciopero giorno 20 per protestare”.