In silenzio, trentatre anni dopo, per ricordare il sacrificio di Giuseppe Fava, il giornalista che ha pagato con la vita il suo impegno… Trentatre anni dopo, il corteo con in testa i “Giovani Siciliani” si è mosso da piazza Roma e scivolando per le strade di Catania ha raggiunto via dello Stadio, quella via che porta al vecchio Cibali, in cui la mano armata di un picciotto del clan Santapaola uccise il giornalista scomodo. Poi una piccola cerimonia quasi in silenzio con i ragazzini del coro dei quartieri di Librino e della Civita.
Alle 17 il presidio alla lapide in ricordo di quel 5 gennaio del 1984 quando pippo Fava si stava recando a teatro per le prove della nipotina e fu ucciso nella sua renault 5. Il ricordo del figlio Claudio. “Non è stato inutile – ha spiegato ai cronisti che gli chiedevano se dopo 33 anni il ‘sacrificio’ di Pippo fava fosse stato inutile – e lo dimostra anno dopo anno, giorno dopo giorno come questa storia sia diventata una storia collettiva utile a tanti. E anche come sia cresciuta una generazione di giornalisti che hanno oggi l’età che avevamo noi quando eravamo i figli di di Giuseppe Fava e che tengono alto l’onore, la dignità e la determinazione di questo mestiere qui e ovunque. Credo che sia la cosa più significativa che vada ricordata e raccontata”.
Tra i tanti partecipanti che hanno voluto non mancare alla cerimonia anche “Miki” Gambino, giornalista e saggista siracusano, vincitore del premio “Ilaria Alpi” per i suoi reportage dall’Afghanistan, che ha mosso i primi passi al Giornale del Sud di Catania, nel periodo in cui era direttore Giuseppe Fava, seguendolo poi nella redazione de “I Siciliani”.
In un giorno dedicato alla memoria come è il 5 gennaio, la notizia a margine ma non per questo meno importante è stata anche la consegna, fissata per la prossima settimana, da parte della federazione della stampa e dell’ordine dei giornalisti, delle firme oltre ventiseimila per concedere i benefici della legge Bacchelli al giornalista Riccardo Orioles, uno a dei collaboratrori più stretti di Pippo Fava. Orioles come è nel suo stile non ha voluto dire una sola parooa. E’ rimasto in silenzio. Come del resto i tanti che hanno partecipato. “Questa sera – ha spiegato Claudio fava – mi sembra importante non solo celebrare liturgicamente una memoria, ma dare il senso concreto a quello che è accaduto e ricordare le decine di migliaia di firme, già ventottomila, per concedere i benefici della legge Bachelli a Riccardo Orioles. Mi sembra una cosa dovuta e dignitosa. Se c’è qualcuno più degli altri ha rappresentato questi anni , le ragioni di quella battaglia professionale e civile e che si è speso per 35 anni a insegnare questo mestiere agli altri, questo è Riccardo”.