Catania del calcio perde l’ultima Serie A. Si è infranto a pochi istanti dalla conclusione dello spareggio salvezza col Catanzaro, il sogno di Catania Calcio a 5 che retrocede in Serie B per una banalissima differenza reti con la squadra calabrese. Eppure, nonostante il successo, è l’amara legge dei gol, due in questo caso, a condannare il club di Antonio Marletta.
Il presidente, a qualche giorno dalla partita, rimette in ordine i pensieri e guarda avanti: “Non possiamo buttare via – dice – quanto ci è stato insegnato dalla gente di Librino (la squadra gioca e si prepara al Palanitta) e dalla città di Catania. Magari tentiamo la carta del ripescaggio”.
Un campionato in salita per il club rossazzurro a cui fa da contraltare proprio l’impianto di periferia in cui Marletta ha deciso di vivere il sogno della Serie A: “Avevamo pochi punti, ma vedere il palazzetto sempre stracolmo è un segnale di cui non possiamo non tenere conto”.
Già perché, se per la matematica a Catania i conti non tornano e la retrocessione è un dato di fatto, per quanto sviluppato a Librino il campionato sembra stravinto.
“A chi mi chiede com’è Librino, chi me l’ha fatto fare, perché buttare soldi negli sport minori – dice oggi il presidente – Rispondo con le parole di alcuni supporter che vivono nel quartiere: ci hai toccato il cuore, ti prego non mollare”.
In periodi di crisi, in cui il calcio che conta a Catania è in picchiata, la scommessa di Antonio Marletta ha portato un risultato che va oltre lo sport: investire su Librino e portarla in giro per l’Italia, magari cercamdo di far dimenticare quel cliquet che il rione si parte al pari di altre periferie del Belpaese.
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