Stent medicali contenenti farmaci antiproliferazione già scaduti di validità sarebbero stati impiantati durante interventi di angioplastica. E’ questa l’accusa contestata dalla Procura di Catania al primario dell’unità di Emodinamica dell’ospedale Cannizzaro, Alfredo Ruggero Galassi, e a due cardiologi dello stesso reparto, Salvatore Adriano Azzarelli e Michele Giacoppo.
Il procuratore aggiunto Michelangelo Patanè e i sostituti Marco Bisogni e Agata Consoli hanno chiesto il rinvio a giudizio per tutti e tre ipotizzando per il primario i reati di abuso d’ufficio e somministrazione di farmaci guasti, contestazione quest’ultima mossa anche agli altri due medici indagati anche per delitto colposo contro la salute pubblica. Chiesto il giudizio anche per due fornitori: Alessandro Pilo e Salvatore Costanzo, rei di avere consegnato, rispettivamente, quattro e tre stent con validità inferiore ai due-terzi del periodo massimo stabilito dal fabbricante. Il reato ipotizzato dalla Procura nei loro confronti è di frode nelle pubbliche forniture.
Le parti offese sono state identificate all’ospedale Cannizzaro ( da denuncia era stato aperto il fascicolo ) e nei sette pazienti che hanno avuto impiantati gli stent scaduti. Agli atti dell’inchiesta sono confluite anche le indagini dei carabinieri del Nas, documenti, intercettazioni telefoniche, e una consulenza medico legale eseguita da esperti del settore. La richiesta di rinvio a giudizio dei cinque indagati è stata depositata nei giorni scorsi dalla Procura alla segreteria del presidente dei Gip di Catania, Nunzio Sarpietro.
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