La Procura di Catania ha fatto notificare un avviso di conclusione indagini per undici indagati, per falsità ideologica commessa da un privato in atto pubblico, nell’ambito dell’inchiesta sulla costituzione della nuova Camera di commercio della Sicilia Orientale.
E’ quanto emerge dalla richiesta di archiviazione presentata al Gip delle posizioni del commissario ad acta, Alfio Pagliaro, e di due suoi collaboratori dirigenti dell’Ente: Giovanni Brafa Musicoro e Stefano Alì.
Al centro delle indagini, presunte false attestazioni – la Procura ne contesta 81 – di autocertificazioni prodotte da organizzazioni imprenditoriali per l’assegnazione dei seggi consiliari nell’organismo camerale.
Nella richiesta di archiviazione avanzata al Gip, firmata dal procuratore Carmelo Zuccaro e dai sostituti Andrea Ursino e Monia Di Marco, emerge anche che è stata disposta l’iscrizione di un fascicolo separato per approfondimenti su “talune irregolarità evidenziate dall’indagato Alfio Pagliaro” in una sua memoria difensiva.
Sono state stralciate le posizioni di altri cinque indagati perché “sono in corso accertamenti sulle modalità di deposito in via telematica dei bilanci delle imprese”. Per questa parte dell’inchiesta la Procura di Catania ha già conferito un incarico di consulenza tecnica.
Il fascicolo era stato aperto dopo denunce di diverse associazioni di categoria che si sono costituite come parte offese. Sono rappresentate dagli avvocati Antonio Fiumefreddo, Attilio Floresta, Francesco Silluzzo e Ruggero Razza che hanno annunciato opposizione alla richiesta di archiviazione.
Nell’ambito dello stesso faldone principale, si evince dalla richiesta di archiviazione della Procura di Catania che il 27 giugno scorso sono state separate le posizioni di altri cinque indagati – Silvia Rifici, Fabio De Vivo, Marinella Grasso, Natascia Pesce e Anna Cherubino – perché sono in corso indagini sul deposito telematico dei bilanci delle imprese.
Gli avvisi di conclusione indagine per falso ideologico sono stati emessi per: Alessio Lattuca, rappresentante dell’associazione ‘ConfimpresaEuromed’ (contestati 29 presunti falsi); Gino Sciotto, della Federazione provinciale Fapi Catania (11); Davide Raccuglia, della Confederazione italiana degli esercenti e commercianti (Cidec) di Siracusa (7); Riccardo Galimberti, di Confcommercio-Imprese per l’Italia con sede a Catania (14); Filippo Guzzardi, di Confesercenti Catania (6); Giuseppe Giglio di Unsic Catania (2); Giovanni Selvaggi di Confagricoltura Catania (2); Riccardo Santamaria di Confesercenti Ragusa (2); Massimo Franco di Confagricoltura Siracusa (1); Giuseppe Bulla di Transfrigoruote Italia Assotir (6); e Giovanni Sebastiano Rinzivillo dell’associazione Fai Catania (1).
Nella richiesta di archiviazione la Procura di Catania richiama il provvedimento con il quale il Gip Marina Rizza, il 23 luglio del 2016, ha rigettato una richiesta dei Pm del sequestro preventivo di tutta la documentazione depositata all’assessorato regionale all’Attività produttive relativa alla nuova Camera di commercio della Sicilia orientale.
“Fermo restando il rilievo penale delle false attestazioni nelle autocertificazioni prodotte dalle organizzazioni imprenditoriali ai fini dell’assegnazione dei seggi consiliari – ha scritto tra l’altro il Gip – non si comprende come e perché il fatto così come descritto sarebbe imputabile al Pagliaro, non essendo stato offerto alcun elemento indiziario dal quale poter desumere che costui abbia concorso nella detta illecita condotta sub specie di contributo morale o materiale”.
Secondo il Gip, inoltre, sarebbe emerso che “le false attestazioni non abbiano in concreto influito sulla regolarità degli esiti della procedura di assegnazione dei seggi, per l’intervenuta rinunzia delle organizzazioni responsabili delle stesse e per l’intervenuta estensione dei controlli a campione”.
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