Avevano ottenuto la concessione degli arresti domiciliari con il ‘braccialetto elettronico’, ma nelle casa che avrebbero dovuto ospitarli durante un sopralluogo di ruotine la polizia di Stato ha scoperto allacci abusivi alla rete di distribuzione dell’energia elettrica.
Per questo nei confronti di due detenuti di Catania è stato espresso parere negativo alla loro scarcerazione. I “braccialetto elettronico”, dispositivo che manda un segnale di allarme in caso di allontanamento del detenuto dalla propria abitazione, deve essere alimentato. E quindi, per ottenere gli arresti domiciliari, oltre all’effettiva sussistenza del domicilio, deve essere anche accertata la presenza dell’utenza elettrica.
E un’utenza elettrica se l’era procurata abusivamente il genitore del detenuto che era destinato agli arresti domiciliari nel quartiere San Cristoforo, dove ha scoperto personale della Divisione di Polizia Anticrimine della Questura di Catania il furto di energia elettrica perdurava da oltre 12 anni. Caso ancor più grave quello accertato dal personale del Commissariato Librino che, in ausilio ai colleghi della Divisione Anticrimine, nel corso di un accertamento preventivo finalizzato all’applicazione del “braccialetto” ha constatato il furto di corrente elettrica da parte di quasi tutti gli abitanti di un intero stabile.
Ovviamente, in entrambi i casi, per i detenuti è stato espresso parere negativo alla concessione dei “domiciliari” e tutti i responsabili dei furti d’energia elettrica sono stati denunciati.
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