L’Università di Catania supera la soglia delle 10 mila matricole e crescono del 20% gli iscritti ai corsi di laurea di primo livello. Sono 9041 i nuovi immatricolati ai corsi di studio di primo livello, lauree triennali e lauree magistrali a ciclo unico, per l’anno accademico 2020-21: oltre il 20% in più dello scorso anno, quando gli immatricolati agli stessi corsi erano stati 7398.
Un vero e proprio boom di immatricolazioni per l’Università di Catania, e il dato potrebbe ulteriormente crescere con il progressivo consolidarsi degli iscritti al primo anno delle lauree magistrali fino a raggiungere i livelli di cinque anni fa (a.a. 2016-17), quando il totale degli iscritti al primo anno aveva superato quota 11 mila.
“Questo riscontro – afferma con soddisfazione il rettore Francesco Priolo – ci riempie di entusiasmo e segna al tempo stesso un’importante inversione di tendenza. Abbiamo appena avviato l’analisi dei dati, per altro non ancora consolidati, per capire quali fattori abbiano inciso maggiormente su una crescita così apprezzabile. Sicuramente il risultato deriva dalle modifiche intervenute sia nella domanda che nell’offerta di formazione superiore universitaria. Catania ha cambiato passo quando il territorio e il contesto socio-economico lo richiedevano e i giovani e le loro famiglie ci hanno individuato quale interlocutore affidabile in una delle contingenze più difficili della nostra storia recente”.
La crescita delle matricole interessa tutti gli ambiti disciplinari, ma è particolarmente marcata quella che si registra nei corsi di studio di scienze umanistiche (+54% per Lingue) e della formazione (+43% per Psicologia), così come in ambito biologico (+157% per Biotecnologie) e dell’Information technology (+42% per Informatica). Stabile il trend di crescita degli studi in ambito economico dove rimane altissimo, secondo i dati di Unioncamere, il fabbisogno di laureati da qui al 2023; bene l’agroalimentare, tengono le scienze dure, mentre si registra un’imprevista battuta d’arresto nella corsa all’iscrizione dei corsi di studio delle professioni sanitarie nonostante l’elevato numero di candidati che hanno preso parte alle prove di concorso.
I criteri scelti quest’anno dagli Organi di governo dell’Università di Catania per l’ammissione ai corsi di studio a numero programmato locale, così come la decisione di allargare la no tax area ai redditi ISEE inferiori a 20mila euro e la possibilità di seguire la didattica in modalità mista, hanno certamente fatto la differenza in questo balzo in avanti, che consolida la posizione di UNICT tra i mega Atenei. “Faremo di tutto – ha dichiarato il rettore Priolo – per proseguire le attività didattiche di questo primo semestre in sicurezza, senza lasciare indietro nessuno, in piena sinergia con le istituzioni regionali e nazionali al fine di sostenere lo sforzo del sistema sanitario in questa seconda ondata emergenziale. Siamo tecnologicamente attrezzati per ricalibrare le attività in presenza con quelle a distanza assumendoci a pieno la responsabilità assunta nei confronti delle oltre 10mila matricole che ci hanno scelto e di tutta la comunità accademica”.