Entrano nel vivo le grandi bonifiche dei siti inquinati in Sicilia. Dopo aver sbloccato i 150 milioni di euro della contabilità speciale da anni fermi nei capitoli statali, il governo Musumeci accelera sugli interventi di messa in sicurezza definitiva. Le prime opere interesseranno la zona di Biancavilla, in provincia di Catania. Si è concluso, infatti, l’iter per finanziare la maxi bonifica del sito di Monte Calvario, primo dei quattro grandi interventi in programma da tempo. Nella sede palermitana dell’assessorato regionale all’Energia e servizi di pubblica utilità è stato firmato l’Accordo di programma quadro che consentirà di avviare lavori su un vasto territorio caratterizzato dalla presenza di fluoro-edenite, una pericolosissima fibra di amianto molto dannosa per la salute.
Con la firma dell’Apq, alla presenza dell’assessore regionale Alberto Pierobon, del dirigente generale Calogero Foti e del sindaco di Biancavilla Antonio Bonanno finalmente anche la zona di Monte Calvario potrà essere messa in sicurezza definitivamente. Per l’intervento sono disponibili circa 17 milioni di euro. I documenti siglati sono stati inviati al ministero che dovrà sottoscrivere a sua volta gli atti. A quel punto l’iter passerà in mano al Comune che si occuperà dell’esecuzione dei lavori per i quali è stata già conclusa la progettazione esecutiva. «Dopo anni di abbandono – sottolinea il presidente della Regione Nello Musumeci – finalmente può partire la messa in sicurezza definitiva dell’area. Abbiamo attivato un iter che era fermo inspiegabilmente, nonostante una parte dei finanziamenti fosse disponibile. Abbiamo l’obiettivo di restituire il parco alla fruibilità dei cittadini, così come avevamo promesso».
Dopo Biancavilla sarà la volta degli accordi di Milazzo, Gela e Priolo. Proprio nel Siracusano si è conclusa intanto la fase delle indagini sulla rada di Augusta. “Stiamo correndo per recuperare il tempo perduto – dice l’assessore Pierobon – con gli uffici del dipartimento stiamo provando a portare a termine una vicenda molto delicata e complessa, confrontandoci con tutti i soggetti del territorio interessati nel rispetto dell’interesse pubblico e della salute dei cittadini”. Il prossimo 23 settembre si terrà una conferenza di servizi nella quale il ministero, alla luce dello studio condotto dal Cnr e dall’Icram, riassuntivo di tutte le indagini eseguite, dovrà esprimersi sul lavoro eseguito e decidere che tipo di intervento di bonifica andrà effettuato. Dunque in base alla tecnologia adottata si avrà una stima dei costi che saranno inseriti nell’Accordo di programma quadro di Priolo.
Commenta con Facebook