Il titolare di un’azienda di agrumi a Paternò, nel Catanese, è stato denunciato per alcune irregolarità nei luoghi di lavoro. Per lui anche salate sanzioni amministrative.
Il blitz è stato ad opera dei carabinieri del nucleo radiomobile della compagnia di Paternò in collaborazione con i colleghi del nucleo ispettorato del lavoro di Catania. Insieme hanno effettuato una serie di controlli finalizzati al controllo del rispetto della normativa in materia di legislazione sociale e tutela del lavoro nell’ambito della logistica della filiera agrumicola.
A seguito dei controlli effettuati all’interno di un’azienda operante nel territorio di Paternò nell’ambito del settore della coltivazione e distribuzione di agrumi, i militari hanno denunciato il titolare, un 22enne paternese, già noto alle forze dell’ordine. L’accusa per lui è stata di violazioni in materia di sicurezza nei luoghi di lavoro.
Tra le irregolarità riscontrate l’omissione dell’obbligo di formazione dei dipendenti in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro e l’assenza della prevista segnaletica nei locali dell’azienda Da queste contestazioni oltretutto sono scaturite sanzioni per un importo complessivo di 5.741 euro.
Resta allarmante sicuramente il quadro delle irregolarità negli ambienti di lavoro in Sicilia. Un fenomeno che di recente ha visto la Sicilia salire ancora una volta sul podio per un record negativo. L’isola si piazza terza nella classifica nazionale per il lavoro sommerso e abusivo, subito dopo la Calabria e la Campania. Secondo uno studio condotto dall’Osservatorio Confartigianato Sicilia nell’ambito della campagna nazionale “Occhio ai furbi! Mettetevi solo in buone mani”, infatti, il 18,5% delle imprese siciliane sarebbero irregolari, con quasi 100.000 imprese artigiane abusive e 280.000 lavoratori non regolari. Il primato negativo per lavoratori indipendenti non regolari è detenuto da Palermo (21.800), seguita a stretto giro da Catania (21.500). Se andiamo a guardare più nel dettaglio i settori maggiormente investiti dal fenomeno sono agricoltura (37,0%) e costruzioni (22,0%), mentre per il manifatturiero esteso si registra un peso del lavoro irregolare ridotto (11,3%).