Saranno celebrati mercoledì prossimo, 22 giugno alle 17, nella Cattedrale di Catania, dall’arcivescovo metropolita Luigi Renna, i funerali di Elena, la bambina di 5 anni uccisa dalla madre, Martina Patti che ha confessato l’omicidio.
I risultati dell’autopsia, più di 11 coltellate, non deceduta subito
In tarda mattinata sono stati resi noti i risultati dell’autopsia sul corpicino della piccola bimba. “I colpi alla piccola Elena sono stati inferti con un’arma compatibile con un coltello da cucina, non ancora trovato, e sono stati più di undici. Uno solo è stato letale perché ha reciso i vasi dell’arteria succlavia. Ma la morte della bambina non è stata immediata”. È quanto si apprende da fonti della Procura sui primi esiti dell’autopsia eseguita ieri sulla bambina.
Inoltre, dalle risultanze dell’esame autoptico sono arrivati dettagli che hanno chiarito meglio l’orario del delitto. La morte della bambina sarebbe avvenuta dopo più di un’ora dal pasto che la bimba aveva consumato a scuola intorno alle 13.
Gip convalida fermo, madre resta in carcere
Intanto resta in carcere Martina Patti, la 23enne accusata dell’omicidio della figlia Elena, di 5 anni. Lo ha deciso il Gip di Catania Daniela Monaco Crea che ha convalidato il fermo della Procura ed emesso un’ordinanza di custodia cautelare per omicidio premeditato pluriaggravato e occultamento di cadavere.
Sopralluogo dei carabinieri in casa della madre
I carabinieri della sezione investigazioni scientifiche (Sis) di Catania e del Ris di Parma hanno eseguito nel tardo pomeriggio un sopralluogo nella casa di Mascalucia di Martina Patti, la madre della bimba. Accertamenti estesi anche a un perimetro più vasto del luogo dove è stato trovato il corpo della bambina, a circa seicento metri dall’abitazione, in una campagna abbandonata. Rilievi sono stati eseguiti nelle due zone di militari dell’arma con l’uso di un drone.
Caso di omonimia, insultata sui social
Insulti e minacce sui social per una ragazza di Catania che ha lo stesso nome e cognome di Martina Patti, la 23enne in carcere con l’accusa di omicidio premeditato pluriaggravato e occultamento di cadavere della figlia Elena, di neanche 5 anni. Anche sua figlia si chiama Elena e anche lei ha 23 anni. A raccontare la vicenda è un articolo sul quotidiano ‘La Sicilia’.
La ragazza di Catania, che lavora in un panificio e non ha nulla a che vedere – neanche parentela – con quanto accaduto a Mascalucia, ha affidato ad un post sui social la sua difesa: “Non sono io – ha scritto – la mamma della bambina trovata morta” ma si è anche rivolta alla polizia postale per denunciare l’accaduto.
Sui profili Facebook ed Instagram della ragazza sono comparsi insulti e minacce da chi ha cercato ‘nome e cognome’ e si è fermato al primo profilo di una donna con lo stesso nome e cognome e una bambina in braccio. Tra i messaggi – riporta ancora l’articolo del quotidiano – “Marcisci in carcere e rifletti su cosa hai fatto”. Ed inoltre, “Sei una m…di donna. Hai ucciso tua figlia, il sangue del tuo sangue”, “Ti sei rovinata l’esistenza. Tua figlia ti maledirà, come i tuoi genitori e i tuoi suoceri”.
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