L’importanza di vincere, anche 1 a 0, anche soffrendo fino al novantesimo. Il Catania non molla il Lecce e al Massimino conquista la terza vittoria consecutiva battendo il Catanzaro per 1 a 0 con un gol di Caccetta nel secondo tempo. Un risultato prezioso, anzi d’oro perché arrivato al termine dell’ennesima partita difficile in cui il Catania ha dovuto scardinare le barricate avversarie. Unico neo non averla chiusa subito ( incredibile il palo di Ripa nel recupero ), per evitare un’inutile sofferenza. Poco importa: la vittoria per la rincorsa al primo posto del Lecce, vittorioso a Siracusa, era assolutamente imprescindibile.
LA PARTITA. Lucarelli conferma il 4-3-3 visto, in parte contro il Bisceglie, e per tutta la gara contro la Paganese. Confermato anche il tridente formato, ancora una volta, da Russotto e Di Grazia a supporto di Curiale. Novità in difesa dove Aya gioca nel ruolo di terzino destro.
Prima occasione per il Catania dopo 5 minuti di gioco: Biagianti apre sulla destra per Russotto che mette al centro verso Curiale che non arriva in tempo per colpire. Nel frattempo arrivano al Massimino i tifosi del Catanzaro, dando il via ad un batti e ribatti di cori tra le due curve. Quello dell’avvio non è un Catania arrembante come in altre occasioni: Francesco Lodi ci prova dal limite dell’area, ma Nordi respinge in angolo. Ancora Lodi, ma su calcio di punizione, per poco non trova il gol grazie ad una deviazione della barriera. Ci prova anche Di Grazia, ma pecca di egoismo e tira da posizione defilata invece di passare a un compagno piazzato meglio. Stessa idea quella di Giovanni Marchese, anche in questo caso pallone fuori. Catania che, però, comincia a macinare gioco e azioni da rete, ma è sfortunato quando un colpo di testa a botta sicura di Aya si stampa sulla traversa negando al difensore la gioia del secondo gol consecutivo.
Un infortunio di un giocatore del Catanzaro diventa occasione per un mini time-out in cui Lucarelli prova a dare indicazioni ai suoi giocatori e in particolare a Lodi da cui passano, in pratica, tutte le azioni del Catania. Si vede anche il Catanzaro con un tiro sbilenco di Marin, subito dopo il Catania va in gol con Curiale ma l’arbitro annulla per una posizione di fuorigioco. Come già avvenuto in altre partite, il predominio sterile del Catania ha il risultato di dare coraggio agli avversari: Letizia tenta il tiro a giro, ma Pisseri, attento, guarda il pallone finire fuori. Dopo lo sforzo iniziale, nel finale di primo tempo il Catania prende fiato e la partita si spegne.
La ripresa parte con un forcing pazzesco del Catania che, però, produce solo calci d’angolo e punizioni dal limite, niente di più. Ma proprio da un calcio d’angolo, battuto da Di Grazia, arriva il gol del vantaggio rossazzurro: il colpo di testa, preciso e pregevole, è di Caccetta. Vantaggio meritato per il Catania che ha solo concretizzato un predominio totale.
Sempre Caccetta, ancora sugli sviluppi di un corner, potrebbe raddoppiare dopo una prima conclusione di Curiale: in questo caso il portiere del Catanzaro è autore di un vero e proprio miracolo ripetuto due volte.Arriva il momento di Ripa che prende il posto di Curiale: staffetta ormai classica che si ripete partita dopo partita. Il Catania non la chiude e rischia: Marin ha tra i piedi il pallone del pari, ma calcia in curva e grazia i rossazzurri. Ancora cambi per il Catania: Semenzato prende il posto di Di Grazia, mentre Bucolo sostituisce il capitano Marco Biagianti.
Soffre il Catania negli ultimi minuti, anche per la stanchezza, la forza dell’avversario e per l’incapacità di chiudere i conti: clamoroso, in questo senso, il contropiede sprecato da Russotto, Ripa e Semenzato a due dalla fine. Incredibile, invece, ma per sfortuna il palo colpito da Ripa nei minuti di recupero: l’attaccante servito da Lodi fa tutto benissimo, ma la sua conclusione viene fermata dal montante. Per fortuna del Catania non succede più nulla e la partita finisce 1 a 0.
Rossazzurri che salgono a quota 28 in classifica, secondo posto solitario con 5 punti di svantaggio dalla capolista Lecce.
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