Sono stati revocati gli arresti domiciliari per l’ex assessore, candidata alla Regione per Fratelli d’Italia, Barbara Mirabella, arrestata con l’accusa di corruzione, a Catania, alla vigilia del voto per le elezioni regionali. “A seguito degli esaustivi chiarimenti dell’ex assessore nel corso dell’interrogatorio a cui si è sottoposta mercoledì e della nostra istanza presentata in data di ieri, il Gip Di Giacomo Barbagallo, ha disposto la revoca degli arresti domiciliari per cessazione delle esigenze cautelari”, fa sapere l’avvocato Enrico Trantino.
L’operazione alla vigilia del voto
Il 22 settembre erano scattati gli arresti domiciliari per Barbara Mirabella, ex assessore comunale alla Cultura e Pubblica Istruzione nella giunta presieduta dall’allora sindaco Salvo Pogliese. Nell’inchiesta condotta dalla squadra mobile, sotto il coordinamento della Procura diretta da Carmelo Zuccaro sono coinvolti anche Francesco Basile, direttore dell’unità operativa complessa di Chirurgia toracica del Policlinico Rodolico-San Marco di Catania e l’imprenditore Giovanni Trovato, amministratore delegato di un’azienda farmaceutica catanese. Basile è accusato di falso, corruzione e concussione. Trovato deve difendersi dall’accusa di corruzione.
Interventi per favorire la realizzazione del congresso
“Abbiamo dimostrato che la Expo, riferibile alla signora Mirabella, ha svolto una poderosa attività per conto della società napoletana che aveva assunto l’incarico di organizzare il 123° Congresso Nazionale di Chirurgia, predisponendo i servizi locali che vengono approntati da soggetti presenti nel territorio in cui si tiene l’evento, per un intuibile risparmio di spesa. Tutti gli interventi messi in atto dall’ex assessore per risolvere alcune criticità che rendevano inospitale le Ciminiere, avevano come unico obiettivo favorire la realizzazione del Congresso in città, per l’indotto che ha determinato la presenza di mille congressisti per l’intera filiera dell’economia turistica etnea, messa a dura prova dalla pandemia”
“Tangenti maldicenze in sua assenza”
Secondo il legale, inoltre, “certi sgradevoli riferimenti emersi nel corso delle conversazioni intercettate a “tangenti” o “costi necessari”, sono da attribuire a maldicenze di alcuni soggetti, espresse sempre in assenza della Mirabella. In tutte le volte in cui Barbara era presente, mai ha alluso alla sua funzione di assessore, o adombrato la possibilità che, ove fosse stato formalizzato il rapporto, il percorso amministrativo sarebbe stato più agevole”. “Sono convinto – precisa – che non sia stato commesso il reato che è stato contestato. E confido che l’intera vicenda possa presto concludersi con l’archiviazione, così cicatrizzando al più presto la sofferta ferita patita con l’inflizione degli arresti domiciliari in uno dei momenti più salienti per la vita di Barbara Mirabella e della sua famiglia”.
L’atto di accusa della Procura
Ecco l’accusa della Procura: “Sono stati acquisiti elementi in ordine agli stretti rapporti instaurati tra Basile, gli amministratori della società New congress, che ha organizzato l’evento, e l’allora assessore del Comune di Catania con delega, tra l’altro, per i grandi eventi, Barbara Agnese Mirabella, che sarebbero andati oltre la fisiologia allorché, al fine di ottenere l’incondizionato ausilio dell’assessore e, dunque, dell’amministrazione comunale per tutte le necessità della organizzazione del prestigioso congresso, gli amministratori della New Congress, a ciò indotti anche dal Basile, avrebbero accettato di pagare 10.000 euro alla società Expo srl, della quale era socia l’assessore Mirabella, per la prestazione di servizi non necessari alla organizzazione dell’evento”.
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