I carabinieri della stazione di piazza Verga hanno arrestato un 47enne catanese per atti persecutori e lesioni personali nei confronti della sua ex compagna. Le indagini della Procura, scaturite da una denuncia della donna perseguitata, hanno fatto luce sulle violenze abituali perpetrate dall’arrestato su una 46enne di Catania.
L’uomo non si rassegnava alla fine della storia
L’uomo violento, non si era rassegnato alla scelta della donna di interrompere una relazione durata circa due anni e avrebbe iniziato a chiamarla insistentemente al telefono, da utenze diverse per impedirle di bloccare il suo contatto, con la richiesta di poterla incontrare anche per soli 10 minuti. Il 47enne si poi sarebbe appostato più volte nei pressi del luogo di lavoro dell’ex per spiarla e inseguirla. In una di queste circostanze lo stalker avrebbe poi telefonato alla ex compagna dicendole, “sono salito (…) a prendermi il coltello, stasera tu e tua madre piangere, vi brucio la macchina e ti ammazzo non ho nulla da perdere”.
Un paio di giorni dopo questa violenta minaccia il 47enne si è ripresentato nei pressi del posto di lavoro della donna pretendendo la restituzione di un telefono cellulare regalatole qualche tempo prima. L’indomani il 47enne ancora una volta pedinato la donna mentre si recava al lavoro e dopo essere salito sull’auto della sventurata le ha detto, “stasera ci ammazziamo tutti e due e se ti calmi e vieni con me in un posto non ti succede niente e mi ammazzo solo io”
Il tentato suicidio di Pedara
Tragedia sfiorata a Pedara, dove un 36enne catanese, dopo aver mandato un messaggio di addio ai genitori, si è recato nei pressi di un casolare disabitato per tentare un gesto estremo. Fortunatamente un carabiniere in pensione, uscendo di casa, ha notato la presenza sospetta del giovane che, dopo aver parcheggiato l’auto in strada, ha prelevato una cinghia dal porta pacchi per poi allontanarsi a piedi verso la montagna. Il militare dell’Arma in congedo ha cercato invano di seguire a distanza l’uomo. Non riuscendoci, ha informato dell’accaduto i carabinieri della stazione di Pedara. Il loro intervento, sotto il coordinamento della centrale operativa di Acireale, ha permesso di trovare nella macchina del 36enne un messaggio di addio indirizzato ai familiari. Grazie ad una veloce attività informativa è stato possibile individuare il luogo in cui l’uomo si era rifugiato, attivando nel frattempo sia personale del 118 che del soccorso alpino per le ricerche.
Le squadre di ricerca hanno trovato l’uomo seduto su una sedia, in lacrime, con dei vistosi tagli ai polsi. Aveva già collocato una sedia sotto un albero del giardino, legando la cinghia attorno ad un ramo. I carabinieri sono riusciti, a quel punto, ad instaurare un dialogo ed a guadagnare la fiducia. Dopo aver ascoltato le ragioni del suo comportamento, legato alla recente separazione dalla compagna, sono stati in grado di confortarlo per poi affidarlo alle cure dei medici.
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