La prima Commissione del Csm nella seduta odierna ha deliberato a maggioranza (con la sola astensione del Presidente Enrico Aimi) “l’apertura della pratica a tutela della autonomia ed indipendenza della magistratura determinata dal caso Apostolico. La verifica circa la pendenza di numerose richieste di apertura di pratica a tutela scaturite da espressioni ritenute dai proponenti lesive della autonomia ed indipendenza della magistratura ha indotto la commissione a deliberare preliminarmente (all’unanimità) la analisi urgente delle stesse per valutarne la riunione alla nuova pratica, ritenendo assolutamente necessario affrontare il tema con la completezza che merita”. Lo rende noto un comunicato.
La giudice di Catania Iolanda Apostolico, è finita sotto attacco per i provvedimenti con i quali ha sconfessato il dl Cutro, annullando il trattenimento nel Cpr di Pozzallo di alcuni richiedenti asilo, e per la sua partecipazione a una manifestazione nel 2018 per chiedere lo sbarco dei migranti bloccati sulla nave Diciotti per disposizione dell’allora ministro dell’Interno Matteo Salvini.
L’assemblea generale dei magistrati
Si terrà il 26 novembre prossimo l’assemblea generale dei magistrati sul caso della giudice di Catania Iolanda Apostolico. L’assemblea era stata deliberata dall’ultimo Comitato direttivo centrale dell’Anm. Oggi è stata decisa la data. All’ordine del giorno della riunione “gli attacchi alla giurisdizione e la pesante denigrazione dei singoli magistrati che hanno adottato provvedimenti in materia di protezione internazionale”.
I ricorsi contro le decisioni del giudice Apostolico
Intanto, l’Avvocatura Generale dello Stato ha proposto ieri, martedì 24 ottobre distinti ricorsi per Cassazione contro i provvedimenti con i quali il Tribunale di Catania ha negato la convalida del trattenimento di migranti irregolarmente arrivati sul territorio nazionale.
I ricorsi per Cassazione sui provvedimenti del tribunale di Catania “sottopongono alla Suprema Corte l’opportunità di decidere a Sezioni Unite, per la novità e il rilievo della materia, e affrontano i punti critici della motivazione delle ordinanze impugnate, con particolare riferimento alla violazione della direttiva 2013/33/Ue”. Lo afferma Palazzo Chigi in una nota.
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