Una ‘filosofia organizzativa’ essenzialmente incentrata sulla verifica dei risultati conseguibili per realizzare qualche miglioramento dell’apparato giudiziario anche in presenza di risorse scarse e non facilmente accrescibili e un’ interlocuzione istituzionale interna ed esterna che è risultata necessaria per consentire la predisposizione di risorse, materiali e professionali, adeguate ai bisogni che l’esercizio dell’attività giudiziaria manifesta in una realtà particolarmente complessa.

Sono due dei punti cardine dell’organizzazione giudiziaria a Catania messa in atto dal presidente della Corte d’Appello, Giuseppe Meliadò. I dati sono stati illustrati durante il suo intervento in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario a Catania.

“Ad un anno dal mio insediamento – ha continuato Meliadò – ho cercato di non operare alcun stravolgimento dei modelli operativi in concreto sperimentati nella realtà della Corte di appello e, per quanto di mia competenza, nel distretto e di integrare, in questa prima fase, tali modelli nei limiti in cui un pur limitato, ma deciso, miglioramento organizzativo può contribuire a risolvere il problema della durata del processo civile e penale che emerge dall’analisi del contenzioso. I primi risultati conseguiti mi sembrano incoraggianti”.

“Con il passare degli anni è sempre più stanca e rituale la disastrosa situazione logistica degli uffici giudiziari catanesi, insufficienti nelle strutture e dispersi nel territorio – continua il presidente Meliadò – e delle conseguenze pesantemente negative che ne sono derivate negli anni per il regolare e dignitoso esercizio della giurisdizione e per una seria prospettiva di miglioramento del servizio al cittadino, nonostante le spese di gestione annualmente sostenute, fra le più alte in Italia”.

 “Il nodo problematico è stato da sempre – ha proseguito Meliadò – quello della mancata utilizzazione dell’importante plesso di viale Africa. La sottoscrizione, nel giugno scorso, alla presenza del Ministro della Giustizia, del protocollo di intesa per la riqualificazione del plesso di viale Africa e la firma, nel successivo mese di dicembre, del relativo accordo attuativo hanno posto le basi, in meno di un anno, anche grazie ad una proficua intesa fra la magistratura e l’avvocatura del distretto, per la migliore soluzione di un problema che appare decisivo e determinante per razionalizzare e modernizzare la gestione dell’attività giudiziaria nel distretto. Ora bisognerà monitorare i tempi, ma sono certo di poter fare affidamento, oltre che sull’impegno da sempre profuso dal Sindaco di Catania e dall’Assessore delle Infrastrutture della Regione Siciliana, sulla competenza e sullo spirito di servizio delle strutture territoriali incaricate dell’attuazione del progetto”.

“Lo stato della giustizia civile nel distretto segnala persistenti difficoltà, ma evidenzia, al tempo stesso, segnali di recupero di efficienza della giurisdizione, ed in particolare una riduzione dei tempi dei processi, ascrivibile oltre che ad una diffusa consapevolezza circa l’impossibilità di considerare i tempi della giustizia come una variabile indipendente del sistema giurisdizionale, anche all’adozione di opportune riforme e di strategie organizzative che hanno progressivamente modificato, nei giudici e negli avvocati, prassi ed abitudini deresponsabilizzanti e hanno reso evidente la necessità di lavorare per progetti e secondo obiettivi”.

“Quest’anno vanno registrati gli ottimi risultati della Corte di appello che, con una sopravvenienza maggiore ma grazie alla produttività dei suoi consiglieri – ha aggiunto il presidente della Corte d’Appello di Catania – è riuscita a ridurre la pendenza dei procedimenti contenziosi e camerali di un ulteriore 7,68% (e addirittura del 14,63 % per quelli di lavoro e di previdenza) e soprattutto è riuscita a ridurre le pendenze ultrabiennali (e cioè quelle che eccedono il termine di durata ragionevole, secondo gli standard europei) del 44%, a fronte di una iniziale previsione del 22%. Più in particolare, la I sezione civile ha ridotto, nel 2016, del 29% le cause ultrabiennali, la II sezione civile ha ridotto, nel 2016, del 37% le pendenze ultrabiennali e si propone quale obiettivo per il 2017 la definizione di tutte le cause iscritte nel 2013 e 1/3 di quelle iscritte nel 2014; la sezione lavoro ha ridotto, nel 3 2016, del 57% le pendenze ultrabiennali e si propone quale obiettivo per il 2017 la definizione di tutte le cause iscritte sino al 2014 (che equivale alla riduzione dell’87% di tutte le pendenze ultrabiennali); la sezione persona e minori ha ridotto del 55% le pendenze ultrabiennali e si propone quale obiettivo per il 2017 l’azzeramento di tutte le pendenze che eccedono l’anno”.

far-br