Le nomine dei vertici della partecipate catanesi continuano a tenere banco.
Dopo il via libera di ieri, condito dalle polemiche da parte delle forze d’opposizione (e anche da qualche anima del Pd) nei confronti dell’amministrazione che ha indicato molti nomi con un passato nel centrodestra, arriva la prima vera bacchettata che fa richiamo alle regole.
Manlio Messina, esponente di FdI in Consiglio comunale, contesta la nomina del nuovo presidente dell’Amt che “secondo l’articolo 22 dello statuto dell’Azienda Metropolitana trasporti non avrebbe i requisiti per ricoprire tale ruolo”.
L’articolo in questione, redatto ai tempi della sindacatura Stancanelli quando venne costituita la nuova Spa, al primo punto, recita: “La società è amministrata da un Consiglio di amministrazione composto da tre membri, compreso il presidente e dal vicepresidente se nominato, nominati dall’assemblea anche tra non soci e scelti fra persone aventi, oltre ai requisiti stabiliti dalle norme vigenti ed in particolare dall’art.2382 Codice Civile, anche un titolo di studio adeguato all’attività dell’organismo interessato, competenze tecniche e gestionali nei settori di attività della società e una comprovata esperienza di tipo professionale o dirigenziale o di presidente o di amministratore delegato maturata in aziende pubbliche o private di dimensione economica e strutturale assimilabile a quella dell’ente interessato dallo svolgimento dell’incarico”.
Il neo presidente dell’Amt Spa è appunto Puccio La Rosa: 40 anni, avvocato civilista e volto noto della politica catanese per essere stato per anni consigliere comunale e vice presidente vicario del Consiglio comunale nella consiliatura precedente sotto le insegne del Pdl e poi di Fli.
Manlio Messina, entrando nel merito della vicenda, sostiene che “la laurea in giurisprudenza e l’abilitazione alla professione d’avvocato nulla hanno a che vedere con il titolo di studio adeguato all’attività dell’organismo né le esperienze pregresse possono giustificare la sua nomina. Non ci sembra quindi che La Rosa possieda il profilo richiesto per guidare la municipalizzata”.
Dal neo presidente, che proprio oggi ha fatto il suo ingresso all’Amt, arriva la replica: “Non sono qui per fare polemiche – dice a BlogSicilia, Puccio La Rosa – semmai per far crescere un’azienda sul territorio nell’interesse stesso dell’azienda e dei lavoratori. Quanto ai miei requisiti sono stati verificati al pari degli altri vertici delle partecipate da chi è preposto a queste scelte. Ricordo, poi, oltre ad essere laureato in giurisprudenza e abilitato come avvocato di avere svolto il ruolo di amministratore pubblico per 10 anni in una grande città che è Catania. Ringrazio, tuttavia, Messina per il suo intervento che mi permette di chiarire che ho i requisiti necessari”.
Eppure i due si conoscono benissimo. Anzi da una vita. Praticamente da quando avevano i calzoncini corti anche se gli usi ed i costumi del tempo non lo imponevano più.
La Rosa e Messina hanno, infatti, condiviso lo stesso percorso politico: lunga militanza nelle fila dei movimenti giovanili del vecchio Msi, poi An, quindi il passaggio naturale al PdL. La corazzata berlusconiana andò in frantumi e la galassia del centrodestra implose separando i due (ex) amici che oggi si fronteggiano su sponde opposte.
Il caso sollevato dall’esponente di FdI-An potrebbe in un certo senso ricalcare quanto già accaduto alcune settimane fa alla Sac, la società che gestisce l’aeroporto di Catania, dove l’articolo dello statuto in cui si specificavo i requisiti richiesti all’amministratore delegato è costato la decadenza al neo ad Ornella Laneri.
Alla Sac è in programma a fine mese l’assemblea dei soci che potrebbe portare alla fumata bianca per la poltrona più ambita fra le società partecipate del Catanese. In pole c’è Nico Torrisi.
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