I dati dell’ Amt di Catania comparati tra il giugno 2015 e il giugno 2016, sono allarmanti: il servizio di trasporto cittadino è passato dall’attività di 115/130 vetture giornaliere a 80/90 vetture attuali; condizione che inevitabilmente penalizza cittadini e lavoratori.
Le segreterie di Filt Cgil e Fit Cisl di Catania, lo affermano senza giochi di parole: le condizioni organizzative e finanziarie della società AMT spa stanno sempre di più avviando l’azienda al collasso. Filt e Fit chiedono un intervento immediato per nuove strategie di gestione e organizzazione finanziaria dell’ azienda, “in modo che si eviti la perdita di posti di lavoro e la definitiva scomparsa di un efficiente servizio di trasporto pubblico per la città di Catania”.
“Se da un lato è vero che le vetture ferme apportano un risparmio apparente del 30% circa tra diesel e metano – commentano le due sigle sindacali dei trasporti- è purtroppo vero che questo penalizza i cittadini costretti a subire un servizio ridotto, poco puntuale e caotico. L’ulteriore risparmio fittizio sul non pagamento delle prestazioni di lavoro straordinario, anche per i contenziosi che stanno per intraprendere i lavoratori, non faranno che aumentare le spese.
Nonostante l’ impegno preso dal sindaco a formare un tavolo di confronto risolutivo, tutt’oggi non ancora convocato, ci risulta che per il 2015 e il 2016 non è ancora stato versato alcun contributo per il contratto di servizio, portando in questo modo l’azienda, che già si trovava in serie difficoltà finanziario – economiche, all’impossibilità di non rispettare più i propri impegni (emolumenti, fondo previdenza, Inps, conto terzi)”.
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