Il film di un uomo che è andato oltre i confini dell’immaginazione realizzando imprese rimaste nella storia. Fino al 3 maggio è di libera visione il documentario “Ali di Tela”, di Chiara Andrich e Giovanni Pellegrini prodotto da Pinup Filmaking nel 2015.
Il film narra la vita di Angelo D’Arrigo, l’uomo che per primo ha sorvolato l’Everest in volo libero e che con il suo deltaplano insegnava a volare ad aquile e condor nati in cattività. Angelo è morto volando da passeggero su un aereo da turismo durante una manifestazione di volo nel 2006, ma ancora oggi rimane un punto di riferimento per piloti di tutto il mondo.
Il suo insegnamento a “superare quotidianamente i nostri limiti per prendere completamente possesso della propria esistenza” si rivolge a tutta l’umanità, in particolare in questi giorni di grande difficoltà per tutto il mondo. Seguendo la moglie Laura, i figli Gioela e Gabriele e i tanti amici che lo hanno conosciuto in volo, il documentario tratteggia un ritratto di Angelo D’Arrigo di tutti i giorni, in Sicilia, la terra in cui oggi ancora si sente viva la sua eredità
spirituale. A contribuire alla realizzazione del documentario si è rivelato fondamentale il contributo del gruppo dei piloti dell’Etnafly, tra cui Marco Busetta poi divenuto campione d’Italia di parapendio nel 2019.
“Ali di tela” non è solo una biografia, ma è un viaggio nel mondo del volo libero, una disciplina fatta di silenzi e di correnti d’aria”, e fondamentale in questo viaggio è l’apporto musicale di Les Trois Psychologues e di Mia Schettino, due musicisti estremamente versatili che sono riusciti a trasmettere tanto l’emozione del volo quanto la tenerezza dell’amore per un amico, un marito e un padre. Arricchiscono il racconto visivo le animazioni di Michele Bernardi, che ci trasmettono un’immagine poetica, quasi onirica, di quest’uomo che con il suo deltaplano realizzava uno dei sogni atavici dell’umanità, librarsi in volo come un uccello.
Il documentario prodotto nel 2013 già stato proiettato in numerosi festival internazionali, a partire dalla prima mondiale al Pakistan International Film Festival, passando per il prestigioso Annecy Cinema Italien e in molti festival italiani quali l’Euganea Film Festival, il Premio Marcellino De Baggis e il Festival Documentaria Noto.
(Qui il film completo)