Migrante espulso usa il cognome della moglie per rientrare in Italia ma viene arrestato dalla polizia. Accade a Catania dove l’Ufficio Immigrazione della Questura di Catania ha proceduto all’arresto, del cittadino albanese F.A. di 29 anni, precedentemente espulso, per aver fatto rientro nel territorio nazionale prima dei termini previsti.
L’uomo si è recato presso l’ ufficio per presentare istanza di permesso di soggiorno per motivi di famiglia in quanto coniugato con una cittadina italiana.
La Questura smaschera l’uomo
Da alcuni accertamenti dalle banche dati in uso all’Ufficio Immigrazione, è bastato poco ai poliziotti del Front Office che con l’ausilio della Sezione Espulsioni hanno smascherato la vera identità del cittadino albanese che nel 2019 era stato espulso dal territorio italiano dal Prefetto di Siracusa con accompagnamento coatto alla frontiera marittima di Brindisi.
Sposato con una catanese dopo l’espulsione
Arrivato in Albania, è stato raggiunto dopo circa un mese da una cittadina catanese con la quale si è unito in matrimonio. La stessa ha subito provveduto a trascrivere il matrimonio in un comune siciliano e contestualmente il cittadino albanese ha cambiato le proprie generalità declinando il cognome della moglie come consentito dalla legge anagrafica albanese, ammette che il marito possa assumere il cognome della moglie sostituendolo al proprio. Dopo aver cambiato il cognome e quindi le generalità, il cittadino albanese ha ottenuto un nuovo passaporto dall’Albania.
L’uomo è in stato di arresto
F. A.ha violato la normativa italiana, infatti è entrato in territorio italiano convinto di potere eludere i controlli di Polizia, forte di un nuovo passaporto e di una nuova identità, anticipando i termini previsti dalla legge. La normativa italiana prevede che non si possa fare ingresso nuovamente in Italia se non prima trascorsi 5 anni dall’avvenuta espulsione coatta e con un’autorizzazione speciale del Ministro dell’Interno.
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