Ancora riflettori internazionali puntati su Catania dove, dopo il pranzo in onore dei first partners a margine del G7 di Taormina, si è aperta una due giorni di geopolitica sul Mediterraneo e l’Europa ’Mare liberum’,promossa dall’associazione Diplomatici.
Ad aprire i lavori è stato l’ex presidente del Consiglio, Romano Prodi, che ha parlato della questione immigrazione ribadendo che “i migranti si disperdono anche per delle nostre mancanze”.
“Ma si disperdono – ha precisato l’ex presidente della Commissione europea – anche perché non ci sono anche gli altri a raccoglierli. Per non disperderli si fa presto: si va sulla banchina e si dice ’ci dividiamo i compiti’. Se invece li lasci tutti lì è chiaro che qualcuno si disperde. Forse con una migliore organizzazione qualcuno in meno si potrebbe disperdere’’.
Ad un cronista che gli ha chiesto ’Lei è di Bologna. Chi butterebbe dalla torre, Triton o mare nostrum? Prodi ha risposto: “Secondo me ’Mare Nostrum’ era più efficiente. Il risultato è che nessuno ci aiuta in ogni modo”.
“Il problema – ha aggiunto – non é il costo aggiuntivo del salvataggio in mare. Il problema é ’ci mettiamo assieme per, primo, investire in Africa? Avere rapporti con i governi africani? Secondo: quelli che arrivano. Dividiamo il peso e l’allocazione delle persone? Queste sono le cose importanti. Poi i sistemi di salvataggio possono andare bene l’uno, bene l’altro…’’.
Il tema dell’immigrazione è uno di quelli fra cui grandi della Terra provano a raggiungere un compromesso nell’ambito dei confronti che sono in corso al G7 di Taormina e sul quale si spera si possa giungere ad un documento congiunto.
Proprio sui summit Prodi ha detto :”Non ci si aspettino dal G7 delle decisioni formali che poi abbiano conseguenze successive. I G7 sono importantissimi perché per due giorni si parlano tra di loro, io ne ho fatti dieci, ho una bella pratica. Ma non è un organo che prende decisioni formali, si possono ad esempio prendere decisioni formali sul clima senza la Cina? In più manca la Russia… Però è importante che si cerchi di capire quali sono i margini di libertà e di convergenza”.
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