Che nel 2016 si parli di esorcismo a molti può sembrare quasi bizzarro. Che nel 2016 possano esistere addirittura dei corsi di formazione per far fronte ad una grande richiesta di esorcismi può sembrare ancora più strano.
Eppure…è tutto vero: la regista ligure Federica Di Giacomo ne parla nel suo film documentario “Liberami” , che approda sul grande schermo.
Il film è stato già premiato al Festival del Cinema di Venezia come miglior film nella sezione Orizzonti e la curiosità di capire da cosa nasce l‘idea di un film che indaghi, nella Sicilia contemporanea, un fenomeno del genere è inevitabile.“Per alcuni anni ho vissuto in Sicilia e continuo a vivere fra Roma e la Sicilia ; trovandomi lì ad un certo punto mi sono imbattuta in questa notizia, su internet, di un corso di formazione per preti esorcisti.
Mi ha subito colpita il fatto di associare la “formazione” al “diavolo”, quindi ho cercato di informarmi per capire chi fossero gli attori di questo fenomeno sociale e ho incontrato proprio i preti che se ne occupano, tra Catania e Acireale” racconta la regista ai microfoni di Rsc Radio Studio Centrale.
E’ doveroso spiegare che il film documentario non è certamente da interndersi come un film religioso, tanto meno vuole esprimere un giudizio in merito (quello, semmai, sarà compito individuale dello spettatore) , come ci tiene a precisare la stessa regista.
“Ai miei occhi e agli occhi di chi ha lavorato con me sembrava qualcosa che appartenesse al passato, in realtà quello che abbiamo scoperto è che il fenomeno è assolutamente in espansione; c’è una tale domanda di gente che chiama il proprio malessere “diabolico” che la Chiesa si sta organizzando in tal senso”.
Non immaginate il “posseduto” come l’immaginario collettivo suggerirebbe, anche in questo senso ci illumina la regista :” La questione interessante è proprio che l’esorcismo , che è una pratica antichissima , viene inserito in un quadro contemporaneo.
Ho visto persone che andavano dall’esorcista perchè si ritenevano vittima di qualcosa di diabolico dopo anni di disoccupazione e ho visto persone che avevano sintomi fisici molto gravi, ad esempio . E i preti stessi si muovono in questa richiesta con la comprendibile difficoltà di distinguere il malessere psichico da quello spirituale.”
C’ è grande rispetto nelle parole della regista e assoluta assenza di pregiudizio, una sorta di “suggerimento” per la visione di “Liberami”.