Tante, troppe aggressioni. I medici sono stanchi, senza mezzi termini, non ne possono più. Lavorare in ospedale e, in particolare, nei pronto soccorso è diventato difficile e a qualcuno comincia a far paura solamente recarsi sul posto di lavoro.
Si passa dai pazienti esasperati per le attese, alle aggressioni senza un motivo ed un perché, come quella subita da un’infermiera del Cannizzaro che non aveva permesso a un genitore di accedere all’interno con un passeggino o quella ai danni di un vigilantes.
La questione sicurezza è ormai all’ordine del giorno: riunioni su riunioni si sono susseguite negli ultimi mesi con numerose proposte, ma, a dir il vero, pochi fatti concreti. Al momento l’unica certezza, come ha confermato l’ex prefetto di Catania Maria Guia Federico dopo l’aggressione al medico del Vittorio Emanuele a inizio anno.
Quali soluzioni? Lo abbiamo chiesto a Riccardo Spampinato, segretario regionale del Cimo, il sindacato dei medici siciliani.
“Il sindacato ha fatto molto – spiega Spampinato – abbiamo fatto assemblee, abbiamo parlato con prefetti, sindaci. Abbiamo ottenuto che se dal pronto soccorso chiami il 113, arriva la polizia, prende l’aggressore e lo porta in carcere. Il sindacato ha fatto tutto, ma certamente non abbiamo ne potere giuridico, ne decisionale. Le aggressioni, purtroppo, continueranno: perché bisognerebbe cambiare la cultura delle persone, perché ci vorrebbe un presidio di forze dell’ordine all’interno degli ospedali per fare capire che li non si può e non che non si potrebbe aggredire o far male a qualcuno”.
L’escalation di casi registrati negli ultimi mesi, ha reso necessaria una riflessione sull’argomento, anche con un salto indietro nel tempo. “I pronto soccorso – continua Spampinato – sono luoghi difficili, dove arrivano anche persone in gravi condizioni e, dunque, si può anche perdere la pazienza. Una volta, però, c’era più rispetto per i medici che vengono riconosciuti come tali. Grazie a internet i pazienti arrivano in ospedale con la diagnosi già fatta. Un tempo, poi, i pronto soccorso funzionavano meglio, perchè ci si andava molto meno e perchè si potevano avere risposte in tempi più celeri”.