- A Caltagirone 9 arresti, ditta funebre aveva il monopolio dei morti
- Scoperto il business dei morti all’interno dell’Ospedale “Gravina e Santo Pietro” di Caltagirone
- I nomi delle persone arrestate
Sono 9 le persone arrestate su disposizione della Procura questa mattina a Caltagirone. I carabinieri hanno dato esecuzione a una misura cautelare che colpisce 9 soggetti ritenuti responsabili, a vario titolo, del reato di associazione a delinquere finalizzata alla commissione dei reati d’illecita concorrenza con minaccia o violenza, violazioni di sepolcro, furti aggravati, rivelazione e utilizzazione di segreti d’ufficio, minaccia, interruzione di un ufficio o servizio pubblico, nonché di minaccia a pubblico ufficiale e istigazione alla corruzione.
La gestione esclusiva del morto
Le indagini sono iniziate nel marzo 2019 al mese di marzo 2020. I Carabinieri, partendo dalle denunce presentate dal rappresentante di una ditta concorrente di onoranze funebri del luogo hanno ricostruito l’esistenza di un’associazione a delinquere dedita alla commissione di vari reati finalizzati alla gestione in via esclusiva dei servizi funebri e al trasporto di pazienti non deambulanti.
Un’occupazione militare dell’agenzia di pompe funebri
Il gruppo criminale aveva il suo centro logistico all’interno dell’Ospedale “Gravina e Santo Pietro” di Caltagirone, oggetto di vera e propria “occupazione militare” da parte dei sodali che non esitavano a minacciare e aggredire, anche fisicamente, il personale sanitario impegnato a far rispettare le norme di sicurezza all’interno del nosocomio anche all’inizio dell’emergenza derivante dalla pandemia da covid-19. Un indagato ha anche minacciato di morte e aggredito un infermiere, ritenuto colpevole soltanto di aver cercato di far rispettare gli appositi protocolli emanati dalla Direzione Sanitaria concernenti, tra l’altro, l’interdizione all’accesso indiscriminato all’interno dei locali del Reparto.
Intimidazioni a ditte concorrenti
Col supporto operativo di alcuni operatori in servizio presso il predetto ospedale gli indagati compivano atti di concorrenza illecita verso altre imprese funebri come danneggiamenti di arredi funerari di ditte concorrenti posti a ornamento della sala mortuaria, furti e appropriazione dei talloncini identificativi collocati sulle salme al fine di assicurare per sé il rintraccio dei parenti ai quali proporsi per le onoranze funebri e, al contempo, per evitare che altri concorrenti nel settore potessero entrare in possesso delle informazioni anagrafiche ivi contenute. Tra l’altro si sarebbero anche appropriati di monili, oggetti preziosi o semplici coroncine del rosario posizionate tra le mani dei defunti.
Un caso d’istigazione alla corruzione
L’indagine ha consentito di accertare un episodio d’istigazione alla corruzione che ha coinvolto un operatore in servizio presso il Pronto Soccorso dell’ospedale, il quale avrebbe sollecitato un appartenente all’associazione a delinquere alla dazione di una somma di denaro come controprestazione per la segnalazione di un paziente non deambulante che necessitava di trasporto in ambulanza.
Le persone destinatarie di misura cautelare
In Carcere vanno Agnello Paolo, Indigeno Massimiliano, Renda Alfredo, Annaloro Davide. Agli arresti domiciliari va Agnello Alberto. Obbligo di Dimora con permanenza domiciliare e obbligo di presentazione alla P.G per Milazzo Giuseppe e Gulizia Massimo. Obbligo di Dimora per Sciacca Raffaele e Pappalardo Vito.
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