Sono 21 gli arresti nell’ambito dell’operazione scattata all’alba di oggi nel catanese e che ha permesso di smantellare il clan mafioso di Adrano, nel catanese. Questi nomi delle persone finite tutte dietro la sbarre: Luigi Bivona, 24 anni; Alessandro Cafici, 43 anni; Francesco Celeste, 33 anni; Giuseppe David Costa, 40 anni; Antonino Gurgone, 42 anni; Carmelo Imbarrato, 33 anni; Salvatore La Mela, 34 anni; Agatino Lo Cicero, 39 anni; Cristian Lo Cicero, 35 anni; Francesco Lombardo,43 anni; Graziano Pellegriti, 32 anni; Francesco Restivo, 55 anni; Giuseppe Restivo, 30 anni; Giuseppe Restivo, 35 anni; Giuseppe Restivo, 34 anni; Salvatore Restivo, 25 anni; Salvatore Restivo, 26 anni; Salvatore Restivo, 41 anni; Pietro Santangelo, 45 anni; Maurizio Tomarchio, 44 anni; Mario Tuttobene, 28 anni.
Sono indagati, a vario titolo, di associazione per delinquere di tipo mafioso, aggravata dall’essere armata, tentato omicidio aggravato, associazione per delinquere finalizzata al traffico illecito di sostanza stupefacente, aggravata dall’essere armata, detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente, reati in materia di armi e ricettazione delle medesime, tentata rapina aggravata, tentata estorsione aggravata, evasione e favoreggiamento personale.
L’indagine si sviluppò tra il 2018 e il 2019 nei confronti di un’associazione, anche di tipo mafioso, operante nel territorio di Adrano e nei comuni limitrofi, capeggiata da Cristian Lo Cicero e collegata alla famiglia mafiosa “Mazzei o carcagnusi” di Catania. Le investigazioni, riscontrando le dichiarazioni di numerosi collaboratori di giustizia, hanno consentito di appurare come Lo Cicero, sotto l’egida della famiglia mafiosa Mazzei, ha approfittato di un vuoto di potere venutosi a creare a seguito dei numerosi arresti degli ultimi anni che avevano fatto piazza pulita dei clan Santangelo-Taccuni e Scalisi.
In questo modo è riuscito a conquistare notevoli spazi, specie nel settore del traffico e dello spaccio di sostanze stupefacenti. Secondo gli inquirenti Lo Cicero ha quindi promosso, organizzato e diretto un nutrito gruppo criminale, coadiuvato dal fratello Agatino e dai pregiudicati Luigi Bivona, Francesco Celeste, Francesco Lombardo, Francesco e Giuseppe Restivo. A loro volta questi potevano fare affidamento su decine di affiliati.
Nel corso delle indagini, a riprova della pericolosità del clan e del controllo del territorio esercitato, sono stati effettuati numerosi sequestri di armi (5 fucili, 3 pistole e anche una bomba a mano) e munizioni. Ad essere stato documentato il tentato omicidio ai danni di due pregiudicati, uno dei quali minorenne all’epoca dei fatti, scaturito da contrasti connessi allo spaccio di sostanze stupefacenti. In tal senso il gruppo gestiva un vasto traffico di sostanze stupefacenti che poi provvedeva a commercializzare non solo nel territorio di Adrano, ma anche in quello di altri comuni delle province di Catania, Caltanissetta, Enna e Ragusa.
È stato possibile acquisire elementi di prova anche in ordine a coloro che rifornivano l’associazione criminale. In particolare, l’approvvigionamento della sostanza stupefacente del tipo cocaina avveniva tramite soggetti appartenenti al clan Mazzei “Carcagnusi” di Catania. Il rifornimento di sostanza stupefacente del tipo marijuana avveniva invece tramite dei canali albanesi, la cui presenza dei referenti è stata più volte documentata ad Adrano. L’acquisto di eroina avveniva tramite dei contatti operanti nella provincia di Messina.
Nell’illecito traffico era stabilmente inserita anche una famiglia di “caminanti” ovvero nomadi di nazionalità italiana, che gestivano, anche, una piazza di spaccio in contrada Zizulli, nell’agro di Adrano. Un’altra piazza di spaccio, riconducibile al sodalizio criminale, era operativa tra le case popolari di Adrano di via IV Novembre ed era gestita principalmente dai pregiudicati Salvatore Restivo ( classi 1995) e Carmelo Imbarrato.