In 10 erano agli arresti domiciliari ma non lo avevano mai comunicato all’Inps continuando a percepire il reddito di cittadinanza. A scoprire tutto i carabinieri ad Adrano, nel Catanese. I sussidi erano percepiti o direttamente da chi aveva la misura cautelare o da familiari dello stesso nucleo. Tra i motivi ostativi del reddito di cittadinanza c’è proprio quello di non essere destinatario di misure cautelari.
Un’indagine d’iniziativa
I carabinieri del comando provinciale di Catania, al termine di una rapida e mirata attività d’indagine condotta d’iniziativa dai militari della stazione di Adrano, hanno denunciato 10 persone per aver percepito, senza averne i requisiti di legge, il reddito di cittadinanza causando in questo modo un danno all’erario pari a oltre 78 mila euro. Nel corso degli accertamenti è stata approfondita la posizione dei vari percettori aventi diritto (sulla carta) nel territorio di Adrano. E’ stato verificato il reale possesso dei requisiti per ottenere il sussidio economico, introdotto dal legislatore per contrastare la povertà, la disuguaglianza e l’esclusione sociale.
Cosa è emerso
A conclusione dell’attività ispettiva sono emerse molteplici ed evidenti irregolarità commesse dagli indebiti percettori, con la piena consapevolezza di voler “ingannare” lo Stato italiano. È importante evidenziare come gli investigatori abbiano scovato tra i beneficiari ben 4 soggetti che omettevano di comunicare di essere stati sottoposti a misura cautelare degli arresti domiciliari, informazione, questa, rilevanti ai fini della revoca del beneficio. Inoltre altre sei donne che hanno richiesto e ottenuto il beneficio, per conto dei propri coniugi, pur essendo anche quest’ultimi sottoposti alla misura cautelare degli arresti domiciliari.
La revoca
L’importo complessivo riscosso indebitamente, a vario titolo tra gennaio 2021 e il mese di giugno di quest’anno, è di oltre 78 mila euro secondo quanto appurato nel corso delle verifiche. L’Inps ha revocato immediatamente il beneficio e avviato le necessarie procedure di restituzione di quanto illecitamente percepito, evitando così che l’erario continuasse ad elargire ai soggetti denunciati ulteriori consistenti somme non dovute.
Il bilancio nella provincia Catanese
Le numerose operazioni condotte in ambito provinciale dai reparti dell’Arma, anche in collaborazione con il nucleo carabinieri ispettorato del lavoro di Catania, hanno consentito di acquisire elementi indiziari sul conto di 639 persone (molti dei quali pregiudicati, anche per reati di mafia) che, a vario titolo, con false attestazioni, hanno indebitamente goduto delle somme di denaro pubblico destinate loro per un ammontare complessivo di circa cinque milioni di euro.
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